Passa ai contenuti principali

La vespa e la liana: il parassita del parassita

Una piccola liana assale e uccide i rifugi delle vespe parassite: un complesso incrocio ecologico.

galla-e-liana-parassita
Le galle della vespa crescono su una foglia di quercia: sono attaccate da una liana parassita che succhia il loro interno.
Molti insetti producono sulle foglie degli alberi delle formazioni che si chiamano galle: sono veri e propri tumori dei tessuti vegetali, dalle forme più varie, provocati dalle punture degli insetti. Li producono, in particolare, minuscole vespe: all’interno delle galle crescono le loro uova, protette dai nemici esterni e nutrite dalla linfa e dai tessuti vegetali della stessa galla. Scott Egan, del dipartimento di bioscienze della Rice University (Texas), ha scoperto in Florida una liana che si nutre degli insetti nelle galle, agendo in pratica come parassita del parassita: la descrizione del lavoro è pubblicata su Current biology(qui l'articolo, in inglese).

La liana, la Cassytha filiformis, è un parassita obbligato ‒ non fa cioè la fotosintesi ‒ e copre con una rete di piccoli steli gli esemplari di una quercia locale (Quercus geminata).

COME ALIEN. La C. filiformis non attacca però solo la quercia: va invece attivamente alla ricerca delle galle prodotte dalla vespina Belonocnema treatae. Quando le trova, le avvolge e vi introduce estroflessioni simili a piccole radici, chiamate austori, con le quali estrae i succhi nutritivi - lasciando infine il corpo mummificato della vespa all’interno.

«È una pianta parassita che attacca un insetto parassita all'interno di un altro ospite, che condividono», commenta Scott Egan: «è un'interazione ecologica molto intricata, un nuovo aspetto della natura che non era stato notato in precedenza e che potrebbe offrire indizi sui metodi per controllare i parassiti agricoli.»

Commenti

Post popolari in questo blog

CoViD-19: un nuovo studio sui danni cardiaci

  Uno studio denuncia i danni provocati dal virus della covid su colture di cellule cardiache umane: un esperimento di laboratorio che deve però essere verificato. La CoViD-19, da tutti nota per essere una patologia polmonare, causerebbe anche danni al cuore: su questo aspetto della malattia, ancora poco noto e sul quale si sta  ancora studiando , indaga  uno studio preliminare , non ancora verificato in peer review, ma «dovevo pubblicare ciò che ho scoperto!», ha dichiarato Todd McDevitt, uno degli autori della ricerca. Gli esperimenti effettuati in vitro dai ricercatori restituiscono un quadro poco roseo: il SARS-CoV-2, il coronavirus che causa la covid, danneggerebbe le fibre muscolari che permettono al cuore di battere, fino a  ridurle in pezzettini . «Una carneficina di cellule umane», l'ha definita Bruce Conklin, uno degli autori. MUSCOLI SOTTO ATTACCO.  È importante sottolineare che  lo studio è stato effettuato su campioni di cellule in vitro . I ricercatori hanno analizzat

Le idee di Darwin per rigenerare le foreste

  Più di un secolo fa, Darwin suggerì un metodo alternativo per ripiantare le foreste, e ora lo stiamo finalmente ascoltando.     La foresta di Białowieża, in Polonia.  L'origine delle specie  è uno dei libri più famosi, influenti e importanti dei nostri tempi – un'osservazione forse non particolarmente originale, ma indiscutibile. Il saggio di  Charles Darwin  pubblicato nel 1859 ha cambiato il nostro modo di vedere il mondo e soprattutto i viventi, e contiene una quantità infinita di idee e spunti che sono stati poi approfonditi nei successivi 150 anni, andando a costituire la base della teoria evoluzionistica (e non solo). RIFORESTAZIONE E GAS SERRA.  Si tratta di un libro talmente denso che ancora oggi, rileggendolo, scopriamo passaggi illuminanti: è quanto raccontano su  The Conversation  Rob MacKenzie e Christine Foyer dell'Università di Birmingham, che si occupano rispettivamente di atmosfera e di piante. I due docenti raccontano che  L'origine delle specie  cust

Le nuove immagini della nebulosa dell'Aquila

Li chiamano i pilastri della creazione, perché là stanno nascendo nuove stelle e quindi nuovi pianeti. Sono alcune parti della nebulosa dell'Aquila. Il telescopio Hubble li ha fotografati più volte, la prima volta nel 1995. E ora a 20 anni di distanza le nuove foto sono davvero bellissime. E spiegano che cosa sta succedendo in una nursery stellare. Per festeggiare i suoi primi 25 anni di lavoro ( l'anniversario sarà il 24 aprile ),  il telescopio Hubble ha scattato una nuova immagine dei cosidetti  "Pilastri della Creazione"  che si trovano nella Nebulosa dell'Aquila e che furono fotografati per la prima volta nel 1995. La prima foto delle tre enormi e dense colonne di gas e polvere interstellari che racchiudono migliaia di stelle in formazione, è stata giustamente definita una delle 10 migliori immagini scattate da Hubble (vedi gallery sotto). Ma non è soltanto magnifica: ha contribuito ad aumentare notevolmente la nostra comprensione dei fenomeni di