È stato forse risolto il problema della biocompatibilità del grafene, e questo probabilmente apre la strada alle sue applicazioni biomedicali. Nel frattempo, il grafene fa moda.
La mieloperossidasi, un enzima appartenente alla famiglie delle emoproteine, presente nei nostri polmoni, può biodegradare il grafene: è ancora un'anticipazione, ma se lo studio condotto nell'ambito della Graphene Flagship sarà confermato, si aprirà per il grafene la strada maestra delle applicazioni biomedicali - finora interdetta proprio per via delle incertezze sulle possibili conseguenze dell'accumulo di questo materiale nel corpo umano. Il grafene è il materiale più sottile al mondo, costituito da un solo, singolo strato regolare e stabile di atomi di carbonio: prodotto per caso nel 2004 in un laboratorio inglese, nel 2010 è valso ai suoi scopritori il Nobel per la Fisica.
Per quanto straordinario, il grafene non ha ancora "pervaso" la nostra vita quotidiana - anche se si può trovare in tracce in costosissime racchette da tennis e in speciali vernici, e se fa da base a una nuova classe di armature militari e giubbotti antiproiettile.
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