È stata trovata in una chiesa proto bizantina nel Deserto del Negev. Niente barba o capelli lunghi: se davvero fosse come sembra, si tratterebbe di un'immagine molto diversa da quella arrivata fino a noi.
La ricostruzione dell'immagine di Cristo che si pensa tratteggiata sulle pareti dell'antico battistero.
Lunghi capelli mossi, barba folta, occhi chiari: l'immagine oggi attribuita a Gesù Cristo è fortemente influenzata dalle scelte iconografiche del Rinascimento. Ma se l'ultima scoperta dell'Università di Haifa (Israele) si rivelasse autentica, il volto "storico" del Messia potrebbe essere stato ben diverso dalla versione che conosciamo.
AL GIORDANO. In una chiesa del quinto o sesto secolo d.C. del villaggio di Shivta, nel Deserto del Negev in Israele, è stata individuata una pittura muraria che raffigura - forse - il battesimo di Cristo: per gli archeologi che descrivono la scoperta sulla rivista Antiquity, potrebbe trattarsi del primo esempio pre-iconoclastico di questo soggetto mai rinvenuto in Terra Santa.
Le immagini di soggetti religiosi di questa epoca sono estremamente rare, perché intorno alla metà dell'ottavo secolo, un movimento religioso sviluppatosi all'interno del Cristianesimo bizantino (l'iconoclastia) iniziò a paragonare le raffigurazioni di personaggi sacri a forme di idolatria, e pertanto a scoraggiarle.
IRRICONOSCIBILE. La pittura muraria sbiancata dal sole, appena distinguibile nell'intonaco scrostato, si trova nell'abside di un battistero. Era stata brevemente intravista attorno al 1920, ma le sue condizioni frammentarie e sbiadite non avevano permesso finora di decifrare il soggetto: fino a quando gli archeologi di Haifa che l'hanno attentamente studiata non ci hanno visto il volto di un giovane dai capelli corti e ricci, il naso pronunciato, la faccia allungata e gli occhi grandi. Un ritratto molto diverso da quello che di solito si attribuisce a Cristo.
TRA LA FOLLA. Alcune tracce di pittura sulla parete fanno ipotizzare che la sagoma del giovane fosse inserita in una scena più ampia, con altre figure. Per chi si occupa di studi sull'arte religiosa, la scoperta è un reperto prezioso perché fa riferimento a un catalogo iconografico tipico dell'Egitto, della Siria e della Palestina antichi, poi scomparso con l'avvento della cultura bizantina. «I testi del sesto secolo contengono polemiche riguardo l'aspetto autentico di Cristo, incluso il suo taglio di capelli. Basandoci su questa iconografia stimiamo che la scena possa essere stata dipinta proprio nel sesto secolo d.C.» scrivono gli autori.
I PRECEDENTI. Nel 2011 era stata pubblicata la scoperta di un possibile "primo ritratto" (a figura intera) di Cristo nella cittadina siriana di Dura Europos: l'immagine, databile attorno al 235 d.C. non lascia però intravedere distintamente i lineamenti del viso. A rendere il nuovo ritrovamento ancor più eccezionale sono i dettagli del volto, la collocazione in Terra Santa e l'epoca di realizzazione pre-iconoclasta.
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