Già oggi pioggia e neve che si riversano sul Pianeta sono distribuite in modo disomogeneo, condensate in pochi giorni intensi ad alto rischio inondazioni. I cambiamenti climatici renderanno questa concentrazione ancora più sbilanciata.
Un acquazzone sui Carpazi, in Ucraina.
Pensate alla quantità di pioggia e di neve che in un anno bagnano il nostro Pianeta. Come si distribuisce tutta quest'acqua, nell'arco delle stagioni? In un modo ben poco equilibrato: in base a uno studio pubblicato su Geophysical Research Letters, la metà delle precipitazioni mondiali annue ricade sulla Terra in soli 12 giorni, ed entro fine secolo la concentrazione di questi eventi è destinata a diventare ancora più iniqua.
PIOVE SUL BAGNATO. Gli studi sul clima ci dicono che, a causa dell'innalzamento delle temperature terrestri, possiamo aspettarci sia un aumento degli eventi climatici estremi, sia un lieve incremento delle precipitazioni medie annue. La ricerca del National Center for Atmospheric Research (NCAR) di Boulder, Colorado, mette insieme queste due previsioni: l'incremento ipotizzato è destinato a manifestarsi nei giorni già peggiori. In altre parole, le giornate molto piovose lo diventeranno ancora di più, perché la pioggia (e la neve) extra non si distribuiranno in modo uniforme nell'arco dell'anno.
L'INVENTARIO DELLE PIOGGE. Gli scienziati hanno lavorato in collaborazione con l'Istituto di Scienze Atmosferiche e del Clima di Zurigo per raccogliere i dati registrati da 185 stazioni meteorologiche di terra nell'arco di 16 anni, dal 1999 al 2014, un periodo in cui le misurazioni sono state validate dalle rilevazioni del satellite Tropical Rainfall Measuring Mission (TRMM). Le stazioni erano disperse in tutto il mondo, ma la maggior parte di quelle coinvolte si trovava in Nord America, Eurasia e Australia.
L'analisi della piovosità globale annua tra il 1999 e il 2014 mostra che la metà delle precipitazioni si distribuisce in 12 giorni, un quarto in 6 giorni, tre quarti in 27 giorni. I ricercatori hanno calcolato la mediana, ossia il valore intermedio tra gli estremi di una successione di valori (uno per ogni anno). | UCAR/SIMMI SINHA
UN GIORNO IN MENO. Dopo aver raccolto i dati sul passato, il team ha usato le simulazioni sulla piovosità diurna previste in 36 diversi modelli climatici futuri per capire quanto potrebbe piovere nelle singole stazioni osservate.
Si è visto che la piovosità potrebbe lievemente aumentare localmente, ma che metà delle precipitazioni extra si distribuirebbe nell'arco di soli sei giorni ogni anno. Nel 2100, metà della pioggia e della neve globale ricadrebbero sulla Terra in 11 giorni appena, un periodo ancora più concentrato di quello odierno.
GLI EFFETTI. Una manciata di eventi di grande portata è destinata ad avere conseguenze peggiori nelle aree ad alto rischio idrogeologico: lo studio dovrà essere tenuto in considerazione da chi si occupa di urbanistica e gestione delle emergenze. Inoltre, una distribuzione iniqua delle piogge avrà ripercussioni importanti sull'agricoltura, più produttiva quando le piogge cadono in modo più regolare, seguendo una prevedibilità stagionale.
Commenti
Posta un commento