Passa ai contenuti principali

La Terra si beve i suoi oceani

Nello scontro tra placche tettoniche una enorme quantità d'acqua viene portata nelle profondità della Terra, ma solo una parte ritorna un superficie.

mediterraneo_shutterstock_1204230115
Dove finisce l'acqua che viene sottratta dagli oceani terrestri dalle placche che si scontrano?

Lo scontro tra placche tettoniche trascina all'interno del pianeta una quantità di acqua, dagli oceani, tre volte superiore rispetto a quanto ipotizzato finora. Sono questi i risultati di una ricerca pubblicata su Nature: lo studio è stato condotto in prossimità della Fossa delle Marianne, dove la zolla dell'Oceano Pacifico scivola al di sotto di quella delle Filippine (il fenomeno di scivolamento di una placca sotto l'altra si chiama subduzione).

Analizzando le onde sismiche prodotte dai terremoti generati dalla tettonica i ricercatori hanno anche stimato i volumi di acqua che dall'oceano finiscono incorporati nelle rocce, all'interno della Terra.

La Fossa delle Marianne: è la fascia dove la Placca dell'Oceano Pacifico si infila sotto quella delle Filippine, ossia è una zona di subduzione. Le zone di "subduzioni" sono le aree dove una placca fiisce al di sotto di un'altra. In questo caso quella che va in subduzione si porta dietro grandi quantità d'acqua dell'oceano.

DOVE VA L'ACQUA? È noto che una certa quantità d'acqua degli oceani viene trascinata in profondità durante la subduzione delle placche, ma finora non esistevano stime di quanta acqua sia "rubata" all'oceano da questi fenomeni. «Questo studio ha implicazioni importanti per capire meglio il ciclo delle acque profonde», spiega Donna Shillington (Lamont-Doherty Earth Observatory, Columbia University, Usa), perché l'acqua che finisce sottoterra, immagazzinata nella struttura cristallina dei minerali, può contribuire alla produzione di magmi e a lubrificare le faglie, ossia le fratture che, muovendosi, producono i terremoti.
Nello strato che va fino a circa 30 km sotto la superficie, la velocità di propagazione di alcune onde sismiche è influenzata dalla presenza di acqua. Conoscendo la velocità di trasmissione di queste onde attraverso i vari materiali e incrociando i dati dei sismografi con quelli di temperatura e pressione a quelle profondità, si è stimato che ogni milione di anni la subduzione porta con sé 3 miliardi di teragrammi d'acqua (un teragrammo corrisponde ad un miliardo di chilogrammi: più o meno la massa della Grande Piramide di Giza).
Se il fenomeno ha per davvero queste dimensioni, e la ricerca sembra dimostrarlo, si pone un problema bizzarro, perché l'acqua che finisce nelle profondità della Terra dovrebbe in qualche modo e prima o poi tornare in superficie - perché non sembra che nel corso del tempo l'acqua degli oceani sia venuta meno. La strada più ovvia per chiudere il ciclo è quella dei vulcani, ed è infatti noto che tra i gas emessi vi è una enorme quantità di vapore acqueo.
Tuttavia a conti fatti la massa d'acqua che torna in superficie è di molto inferiore a quella che viene subdotta. Dove finisce il resto? «Al momento non lo sappiamo, è un mistero», afferma Donna Shillington: «serviranno molti altri studi per focalizzare al meglio la questione e cercare di dare una risposta alla domanda.»

Commenti

Post popolari in questo blog

CoViD-19: un nuovo studio sui danni cardiaci

  Uno studio denuncia i danni provocati dal virus della covid su colture di cellule cardiache umane: un esperimento di laboratorio che deve però essere verificato. La CoViD-19, da tutti nota per essere una patologia polmonare, causerebbe anche danni al cuore: su questo aspetto della malattia, ancora poco noto e sul quale si sta  ancora studiando , indaga  uno studio preliminare , non ancora verificato in peer review, ma «dovevo pubblicare ciò che ho scoperto!», ha dichiarato Todd McDevitt, uno degli autori della ricerca. Gli esperimenti effettuati in vitro dai ricercatori restituiscono un quadro poco roseo: il SARS-CoV-2, il coronavirus che causa la covid, danneggerebbe le fibre muscolari che permettono al cuore di battere, fino a  ridurle in pezzettini . «Una carneficina di cellule umane», l'ha definita Bruce Conklin, uno degli autori. MUSCOLI SOTTO ATTACCO.  È importante sottolineare che  lo studio è stato effettuato su campioni di cellule in vitro . I ricercatori hanno analizzat

Le idee di Darwin per rigenerare le foreste

  Più di un secolo fa, Darwin suggerì un metodo alternativo per ripiantare le foreste, e ora lo stiamo finalmente ascoltando.     La foresta di Białowieża, in Polonia.  L'origine delle specie  è uno dei libri più famosi, influenti e importanti dei nostri tempi – un'osservazione forse non particolarmente originale, ma indiscutibile. Il saggio di  Charles Darwin  pubblicato nel 1859 ha cambiato il nostro modo di vedere il mondo e soprattutto i viventi, e contiene una quantità infinita di idee e spunti che sono stati poi approfonditi nei successivi 150 anni, andando a costituire la base della teoria evoluzionistica (e non solo). RIFORESTAZIONE E GAS SERRA.  Si tratta di un libro talmente denso che ancora oggi, rileggendolo, scopriamo passaggi illuminanti: è quanto raccontano su  The Conversation  Rob MacKenzie e Christine Foyer dell'Università di Birmingham, che si occupano rispettivamente di atmosfera e di piante. I due docenti raccontano che  L'origine delle specie  cust

Dengue, aumentano i casi in Italia: da dove arriva e perché sta crescendo il virus delle zanzare

Sono 500 i casi di Dengue confermati nel nostro Paese da gennaio 2024. Il maxi focolaio di Fano con oltre 100 contagi fa temere un'ulteriore diffusione.     Sangue in provetta L'aumento vertiginoso dei casi di  Dengue  – infezione trasmessa dalle zanzare del genere  Aedes , come la zanzara tigre – fa salire l'attenzione su una malattia che l'Oms aveva già inserito tra le  10 minacce per la salute globale  ancor prima dell'ondata epidemica attuale. I timori si alimentano anche in Italia, con il recente focolaio scoppiato a Fano, nelle Marche, che finora registras 102 casi accertati e altri dieci probabili.   Già il 2023 era stato un anno record, con oltre  6 milioni di contagi  e casi autoctoni registrati anche in zone, come l'Europa e l'Italia, in cui la malattia non è normalmente presente (ma è a volte diagnosticata nei viaggiatori provenienti da aree a rischio). Tuttavia, le cifre relative ai primi mesi del 2024 sono state capaci di sbriciolare quel record