Passa ai contenuti principali

L'urbanizzazione ha aumentato di 21 volte i rischi legati dovute all'uragano Harvey

A intensificare la portata dell'evento non è stato soltanto il riscaldamento globale: le caratteristiche costruttive di Houston hanno peggiorato la risposta all'acqua caduta e fatto aumentare di molto la quantità totale di pioggia riversatasi sulla città.

houston-harvey
Il Buffalo Bayou, a Houston, gonfio per le acque riversate dall'uragano Harvey. Sullo sfondo, lo skyline della città.

In pochi giorni alla fine di agosto 2017, l'uragano di categoria 4 Harvey riversò più di un metro d'acqua sulla città di Houston, causando catastrofiche inondazioni e un danno di 125 miliardi di dollari - il secondo uragano più costoso ad aver colpito gli USA dal 1900. Si è molto scritto del rapporto tra l'evento e il riscaldamento globale (per approfondire), ma mai prima d'ora si era guardato alle caratteristiche costruttive della città, e al loro contributo alla portata del fenomeno.

DRITTA NEI FIUMI. Lo fa uno studio pubblicato su Nature, che è ricorso a modelli climatici per confrontare l'estensione delle inondazioni in due scenari virtuali: uno che riproduce la Houston moderna, e uno alternativo, in cui l'area urbana è sostituita da terreni coltivati. La terra coperta di vegetazione assorbe gran parte dell'acqua che cade al suolo. Sappiamo però che quando strade, edifici e cemento rimpiazzano le radici, l'acqua piovana defluisce verso i fiumi, aumentando la portata di eventuali inondazioni.
MOTORE PER TEMPESTE. Ma che ruolo hanno i grattacieli negli eventi di questo tipo? Secondo Gabriele Villarini dell'Università dell'Iowa, che ha condotto le simulazioni, questi alti edifici aumentano la superficie "ruvida" su cui si distende l'uragano e creano una sorta di "resistenza aerodinamica" che spinge l'aria calda verso l'alto, di fatto continuando ad alimentare le nuvole. Il fenomeno è per certi versi simile a quello che fa stazionare le nubi sopra alle montagne ed è collegato a una maggiore quantità di pioggia riversata sulla città.

INEVITABILE. L'unione di questi due fattori (aumentate precipitazioni e peggiore gestione dell'acqua caduta) ha accresciuto il rischio inondazioni sulla città di 21 volte, anche se non è possibile stabilire in che misura ciascun fenomeno abbia contribuito. L'area intorno a Houston era un tempo occupata da foreste e paludi, ma il modello funziona anche se sostituiamo le foreste alle terre coltivate.

NON SARÀ L'ULTIMA VOLTA. Secondo il New Scientist, studi passati sostengono che il riscaldamento globale abbia causato un aumento della pioggia portata da Harvey compreso tra il 15 e il 40 per cento: in generale, e anche se non tutti la pensano così, l'uragano che si è abbattuto su Houston sembrerebbe essere stato in parte aggravato dall'uomo. Il fattore urbanizzazione sarà da tenere in considerazione nei prossimi modelli su fenomeni di questo tipo: nel 2050, il 66% della popolazione globale vivrà nelle città.

Commenti

Post popolari in questo blog

CoViD-19: un nuovo studio sui danni cardiaci

  Uno studio denuncia i danni provocati dal virus della covid su colture di cellule cardiache umane: un esperimento di laboratorio che deve però essere verificato. La CoViD-19, da tutti nota per essere una patologia polmonare, causerebbe anche danni al cuore: su questo aspetto della malattia, ancora poco noto e sul quale si sta  ancora studiando , indaga  uno studio preliminare , non ancora verificato in peer review, ma «dovevo pubblicare ciò che ho scoperto!», ha dichiarato Todd McDevitt, uno degli autori della ricerca. Gli esperimenti effettuati in vitro dai ricercatori restituiscono un quadro poco roseo: il SARS-CoV-2, il coronavirus che causa la covid, danneggerebbe le fibre muscolari che permettono al cuore di battere, fino a  ridurle in pezzettini . «Una carneficina di cellule umane», l'ha definita Bruce Conklin, uno degli autori. MUSCOLI SOTTO ATTACCO.  È importante sottolineare che  lo studio è stato effettuato su campioni di cellule in vitro . I ricercatori hanno analizzat

Le idee di Darwin per rigenerare le foreste

  Più di un secolo fa, Darwin suggerì un metodo alternativo per ripiantare le foreste, e ora lo stiamo finalmente ascoltando.     La foresta di Białowieża, in Polonia.  L'origine delle specie  è uno dei libri più famosi, influenti e importanti dei nostri tempi – un'osservazione forse non particolarmente originale, ma indiscutibile. Il saggio di  Charles Darwin  pubblicato nel 1859 ha cambiato il nostro modo di vedere il mondo e soprattutto i viventi, e contiene una quantità infinita di idee e spunti che sono stati poi approfonditi nei successivi 150 anni, andando a costituire la base della teoria evoluzionistica (e non solo). RIFORESTAZIONE E GAS SERRA.  Si tratta di un libro talmente denso che ancora oggi, rileggendolo, scopriamo passaggi illuminanti: è quanto raccontano su  The Conversation  Rob MacKenzie e Christine Foyer dell'Università di Birmingham, che si occupano rispettivamente di atmosfera e di piante. I due docenti raccontano che  L'origine delle specie  cust

Le nuove immagini della nebulosa dell'Aquila

Li chiamano i pilastri della creazione, perché là stanno nascendo nuove stelle e quindi nuovi pianeti. Sono alcune parti della nebulosa dell'Aquila. Il telescopio Hubble li ha fotografati più volte, la prima volta nel 1995. E ora a 20 anni di distanza le nuove foto sono davvero bellissime. E spiegano che cosa sta succedendo in una nursery stellare. Per festeggiare i suoi primi 25 anni di lavoro ( l'anniversario sarà il 24 aprile ),  il telescopio Hubble ha scattato una nuova immagine dei cosidetti  "Pilastri della Creazione"  che si trovano nella Nebulosa dell'Aquila e che furono fotografati per la prima volta nel 1995. La prima foto delle tre enormi e dense colonne di gas e polvere interstellari che racchiudono migliaia di stelle in formazione, è stata giustamente definita una delle 10 migliori immagini scattate da Hubble (vedi gallery sotto). Ma non è soltanto magnifica: ha contribuito ad aumentare notevolmente la nostra comprensione dei fenomeni di