Mangiare popcorn, giocare a calcio o a scacchi, indossare i pantaloni... Ci sono comportamenti che, anche solo per certe persone e in certi luoghi, in passato sono stati proibiti. Qualcuno, lo è ancora oggi.
C'è stato un tempo in cui persino il popcorn era vietato.
Il caso più recente è forse quello di Whatsapp: il messenger più usato dagli italiani, che in paesi come la Cina è praticamente vietato. Così come Google e altri servizi web, allergici alla censura. Molte sono le cose che diamo per scontate oggi, e nella maggior parte del Pianeta, ma che nel corso della storia o ad altre latitudini sono state ritenute sconvenienti, fino a essere severamente proibite. Se alcune limitazioni legate alla libertà sessuale persino prevedibili, altre lasciano sgomenti.
Ecco 6 comportamenti che mai ci si aspetterebbe fossero proibiti. E che invece in certi posti lo sono stati (e in alcuni casi lo sono ancora).
I PANTALONI (ALLE DONNE). Nel 1800, il capo della polizia di Parigi dichiarò che le donne dovevano chiedere l'autorizzazione alla polizia prima di indossare abiti da uomo. La legge subì diverse modifiche nel 1892; nel 1969, l'allora capo della polizia di Parigi chiese al consiglio comunale di abrogare la legge. La risposta fu un rifiuto, motivato dal fatto che la legge avrebbe potuto diventare nuovamente necessaria a causa della natura imprevedibile della moda. Un altro tentativo di far abrogare la legge è fallito nel 2003, dopo che il ministro incaricato dell'uguaglianza di genere ha affermato che non era necessario modificare l'ordinanza in quanto non era applicata.
Finalmente il divieto per le donne di indossare i pantaloni in Francia è stato abrogato il 31 gennaio 2013. E in Italia? Il fascismo si scagliò contro le donne in pantaloni perché tradivano la femminilità e la maternità ed erano in parte responsabili della “decadenza”. Ma il divieto non scritto di mettere i pantaloni è sopravvissuto in alcune zone d’Italia anche a regime caduto, almeno fino alla fine degli anni 80. È infatti nel 1989 che Lara Cardella diede alle stampe il bes seller “Volevo i pantaloni”, dove racconta come in alcune zone della Sicilia le donne erano bollate come prostitute quando indossavano i pantaloni.
IL NATALE (IN INGHILTERRA E IN AMERICA). A guardare oggi le strade addobbate di Londra e New York sembra incredibile. Eppure c’è stato un tempo in cui negli Usa e in Inghilterra il Natale era vietato. Nel 1659 i Puritani fecero l'impossibile per proibirne le celebrazioni: la loro interpretazione rigorosa del cristianesimo li spingeva a credere che tutte le forme di festa, incluso il Natale, fossero peccati quando non esecrabili riti pagani. Le festività natalizie furono bandite per la prima volta in Inghilterra nel 1644 dopo che i Puritani ottennero la maggioranza del parlamento inglese. I Puritani nel New England degli Usa seguirono a ruota. Il divieto colpiva anche gli alberi di Natale, le decorazioni e i piatti tipici di quella festa. Ma non durò molto: il Natale tornò in auge in Inghilterra nel 1660 e nel New England nel 1681.
GLI SCACCHI. Cosa può esserci di scandaloso nel gioco degli scacchi? E invece in varie epoche storiche, gli scacchi sono stati banditi in Persia, Egitto, Giappone e persino in Francia. E lo sono ancora in Afghanistan ed in Arabia Saudita. Diversi i motivi del bando nel corso della storia: in Francia per esempio nel 1254, Luigi IX li vietò perché li riteneva "inutili" e "noiosi". I talebani invece li hanno messi al bando quando hanno preso il potere nel 2001, assieme a musica e riviste. In Arabia Saudita il divieto invece è un fatto recente, risale al 2016 quando il gran muftì Abdulaziz al Sheikh ha emesso una fatwa. Motivo? Sarebbero una perdita di tempo. Ma c’è chi dice che il vero motivo di questi divieti potrebbe dipendere dal fatto che agli scacchi vincono l'intelligenza e il talento e non la sorte. E questo in alcuni regimi sarebbe prondamente anti-religioso. Eppure furono proprio i musulmani a introdurre gli scacchi in Europa.
IL POPCORN. Strano, ma vero: il popcorn è stato bandito dai cinema durante l'era del muto. Divieto che - va detto - non nascondeva alcuna forma di fanatismo o censura. Ma era dovuto a questioni pratiche: a quei tempi, i cinema erano ben arredati e i pavimenti erano ricoperti da pregiati tappeti. I proprietari non volevano che frammenti di popcorn rovinassero i loro tappeti. Tutto però cambiò durante la Grande Depressione, quando arrivò il sonoro, il cinema divenne un fenomeno di massa, le sale persero l’allure degli anni 20 e i gestori capirono che il tanto odiato popcorn poteva diventare un florido business. E così fu.
IL CALCIO. Lo sport più amato ha una storia turbolenta in Inghilterra e Scozia, nonostante proprio in Inghilterra nel 1857 sia nata la prima squadra di calcio al mondo: lo Sheffield Football Club. Ma non è stato sempre amore. Il pur illuminato Edoardo II d'Inghilterra emise il suo bando il 13 aprile 1314, vietando lo sport a Londra: il calcio - spiegò - era uno sport troppo chiassoso e avrebbe potuto portare a conseguenze spiacevoli. Anche il suo successore, Eduardo III lo vietò. E così fecero Eduardo IV, Eduardo V e Riccardo II.
Ma forse i re inglesi avevano le loro buone ragioni per vietare questo sport oggi assai popolare: il calcio del tempo era infatti diverso da quello odierno. Era uno sport violento, dove i giocatori non lesinavano colpi proibiti e giocato per strada causava molti danni. Basti pensare che nel 1608 fu proibito persino a Manchester, capitale mondiale del calcio, perché le pallonate rompevano troppe finestre…
LE CARTE DI CREDITO (SEMPRE ALLE DONNE). Alla fine del 2017 negli Usa c’erano 364 milioni di carte di credito attive. Considerando che gli Usa hanno 324 milioni di abitanti, si può dire che ci sono più carte di credito che persone. Anche per questo motivo suona strano scoprire che fino al 1974 non tutti potevano possederne. Alle donne per esempio era vietato. O meglio, per avere una carta di credito, una donna aveva bisogno che il marito firmasse la richiesta alla banca. E anche quando le donne lavoravano ed erano indipendenti, le banche concedevano loro un credito minore rispetto agli uomini. Una discriminazione durata fino al 1974, quando il Congresso ha approvato l'Equal Credit Opportunity Act, che rende illegale discriminare qualsiasi richiedente carta di credito in base al sesso, alla razza, alla religione.
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