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Visualizzazione dei post da agosto, 2018

Alcuni studi scientifici non sono riproducibili: è un problema, ma anche un'occasione per migliorare

Un team di ricercatori prova a riprodurre alcuni studi pubblicati sulle più autorevoli testate e i risultati non sono entusiasmanti. Eppure, per il mondo scientifico, questa potrebbe essere una grande opportunità. Il processo di revisione tra pari alla base della pubblicazione di uno studio scientifico ha delle pecche che periodicamente emergono. Un problema complesso, perché al momento è il sistema migliore che abbiamo. Quanto sono affidabili gli studi scientifici? La domanda non è banale né del tutto nuova: il dibattito sulla riproducibilità delle ricerche, e quindi sulla loro effettiva validità, è al centro della disputa scientifica da alcuni anni. A gettare benzina sul fuoco è una recente analisi condotta presso il  California Institute of Technology  che coinvolge alcuni lavori pubblicati su  Nature  e  Science , probabilmente le due testate scientifiche più blasonate al mondo. LA REVISIONE DEI PARI NON BASTA.  I ricercatori del CalTech hann...

Una nuova specie di virus Ebola identificata all'origine

Il nuovo ceppo - il sesto conosciuto - individuato in pipistrelli nel distretto di Bombali, Sierra Leone: la scoperta rientra in un progetto per rintracciare le zoonosi negli animali ospiti, prima che possano infettare l'uomo. La prevenzione di potenziali epidemie passa per lo studio degli animali ospiti. Per la prima volta, una nuova specie di  Ebolavirus  è stata identificata in animali ospiti  prima  che possa iniziare a infettare l'uomo. Il nuovo ceppo, il sesto conosciuto di questo genere, è stato individuato in pipistrelli  Chaerephon pumilus  e  Mops condylurus  del distretto di Bombali, nel nord della Sierra Leone, nell'ambito del progetto  PREDICT Ebola Host , finanziato dalla United States Agency for International Development. Scopo dell'iniziativa è conoscere l'esistenza di virus potenzialmente responsabili di zoonosi, prima che diventino pericolosi per l'uomo. UNO DI FAMIGLIA.  L'analisi dell'RNA del virus, comp...

Chi ha paura dello squalo bianco?

È il re degli squali, ed è il pesce predatore più grande e temuto al mondo. Ecco perché. L'esibizione di un formidabile predatore. Il  grande squalo bianco  ( Carcharodon carcharias ) è il predatore marino più temuto, il "mangia-uomini" per eccellenza dell'immaginario collettivo da quando, negli anni Settanta, Steven Spielberg ci ha regalato  Lo squalo , appunto. In realtà, il suo abituale menu è a base di pesci, cetacei, foche e otarie, tartarughe. In un ipotetico confronto, solo le orche (e gli uomini) sono in grado di avere la meglio. Però, confermano gli esperti, tutti gli attacchi mortali per l'uomo sono in effetti attribuibili a lui: ecco il suo identikit. IDENTIKIT DI UN KILLER INVOLONTARIO.  Il grande squalo bianco è diffuso in tutti i mari, tranne i più freddi. Frequenta anche il Mediterraneo,  tuttavia solo in alcuni luoghi come in California e in Sudafrica si trova in grandi concentrazioni. Gli esemplari più grandi possono raggiunger...

Gli stretti marini: "archivi liquidi" per la ricerca sul clima del passato

Confrontando le variazioni di marea dei nostri giorni con quelle del passato è possibile ipotizzare quel che avveniva nelle profondità marine (e di conseguenza, in atmosfera) diversi secoli fa. Lo stretto di Messina. In base a uno studio realizzato da un gruppo di ricercatori dell'Università Ca' Foscari di Venezia con colleghi tedeschi e russi, pubblicato sulla rivista  Scientific Reports , le misure delle  maree  sono in grado di raccontare alcune caratteristiche delle masse d'acqua oceaniche e, di conseguenza, permettono di ricostruire importanti parametri del clima del passato. In altre parole le misurazioni delle maree sono paragonabili ad "archivi liquidi del clima", come le hanno definite gli stessi ricercatori.  ACQUA PASSATA.  È noto che le correnti in movimento nelle parti più profonde degli oceani hanno un peso rilevante nel determinare gli scambi tra mari e atmosfera, e di conseguenza influenzano in modo importante il clima terre...

Il seme della discordia dei troll sulla sicurezza dei vaccini

Gli stessi account (di umani e non) che dalla Russia interferirono con le elezioni americane hanno fomentato discussioni divisive in tema di immunizzazione, usando i vaccini come pretesto per creare un clima d'odio diffuso. Perché è accaduto - e continua ad accadere - e con quali conseguenze? Portare il dibattito su posizioni estreme per azzerare qualunque possibilità di discussione: una trappola social che la politica ha imparato a sfruttare. Prima e durante le ultime elezioni americane, dagli account Twitter di bot e troll russi sono stati postati contenuti fuorvianti, falsi e altamente divisivi in tema di vaccini, in diverse modalità ma con il comune obiettivo di estremizzare le opinioni e generare un clima sociopolitico irrespirabile. Lo hanno scoperto gli scienziati della George Washington University di Washington DC mentre cercavano modi migliori di sfruttare le potenzialità dei social media per promuovere informazioni mediche, come appunto quelle sui vaccin...

Le lucciole brillano per comunicare ai pipistrelli che sono disgustose

Il segnale emesso dagli insetti non è soltanto un richiamo per i potenziali partner: è un'assicurazione sulla vita, che ricorda ai predatori il loro pessimo sapore. Sono qui! Ma non ti conviene. È uno spettacolo ormai raro, sempre  romantico : la danza di corteggiamento delle lucciole annuncia l'estate, una stagione di amori, notti limpide (oltre che un ambiente pulito).  Perché brillano, le lucciole?  Per attirare l'attenzione del partner - questo lo sappiamo - ma forse anche per un altro motivo, ancora più fondamentale: per salvarsi la vita, e indicare ai  pipistrelli  che il loro addome a emissione luminosa ha un pessimo sapore. Il segnale salva la vita a questi coleotteri notturni, della famiglia dei Lampiridi, ed evita ai pipistrelli una serataccia: le sostanze chimiche alla base del brillio (come la proteina  luciferina ) sono indigeste per i predatori, tanto indigeste da provocare conati di vomito immediati. APPUNTAMENTO AL BUIO...

Grafene: tra medicina e moda

È stato forse risolto il problema della biocompatibilità del grafene, e questo probabilmente apre la strada alle sue applicazioni biomedicali. Nel frattempo, il grafene fa moda. La  mieloperossidasi , un enzima appartenente alla famiglie delle  emoproteine , presente nei nostri polmoni, può  biodegradare il grafene :  è ancora un'anticipazione , ma se lo studio condotto nell'ambito della  Graphene Flagship  sarà confermato, si aprirà per il grafene la strada maestra delle applicazioni biomedicali - finora interdetta proprio per via delle incertezze sulle possibili conseguenze dell'accumulo di questo materiale nel corpo umano. Il grafene è il materiale più sottile al mondo, costituito da un solo, singolo strato regolare e stabile di atomi di carbonio: prodotto per caso nel 2004 in un laboratorio inglese, nel 2010 è valso ai suoi scopritori il  Nobel per la Fisica . Per quanto straordinario, il  grafene  non ha ancora "pervaso" l...

Una nuova, più accurata mappa della Terra

La proiezione Equal Earth mostra le vere dimensioni dei continenti senza distorcerne eccessivamente la forma: la Nasa l'ha già adottata per rappresentare le temperature globali di luglio. L'Europa al centro del mondo, la Groenlandia grande quasi quanto l'Africa, la Finlandia sovrapponibile all'India: le distorsioni tipiche della  Carta di Mercatore , la proiezione conforme (in grado cioè di preservare gli angoli, e perciò le distanze) sviluppata nel 1569 per la navigazione, hanno una storia talmente antica da avere ormai in parte influenzato la percezione comune dei continenti. È un problema di geometria: a differenza di altre figure geometriche come il cubo o il cilindro, non c'è modo di "svolgere" allo stesso modo una sfera su di un piano. Per ovviare al problema senza renderla inutile, la proiezione di Mercatore deve forzare un po' le cose, aumentando le dimensioni delle regioni alle alte latitudini, a scapito di quelle ai tropici. ...

La sconfitta di Napoleone a Waterloo è dipesa anche dall'eruzione del Tambora

L'eruzione del supervulcano Tambora ha cambiato la Storia, trasformando la probabile vittoria di Napoleone a Waterloo nella sua definitiva sconfitta. La bataille de Waterloo, olio su tela di Clément-Auguste Andrieux (1850 circa). Molti dei dipindi sulle giornate di Waterloo mostrano il cielo scuro, nero per le polveri sollevate dagli spari, dalle esplosioni e dai movimenti delle truppe in campo, ma anche carico di nuvole in quell'estate fredda e piovosa - compromessa dalle ceneri eruttate un paio di mesi prima dal vulcano Tambora e, prima ancora, da altre due violente eruzioni. Alla fine di febbraio del 1815  Napoleone Bonaparte  fuggì dall’isola d’Elba, dov'era stato esiliato dopo la sconfitta di Lipsia e l'abdicazione. Il 20 marzo, alla testa di un nuovo esercito, rientrava trionfalmente a Parigi. Le grandi potenze erano però determinate a impedire ogni ipotesi di una nuova espansione della Francia - anche se in realtà Napoleone chiese un trattato di pac...