Lungo le rive del fiume Elba, nella Repubblica Ceca, stanno riaffiorando delle pietre che recano incisioni inquietanti. Lette oggi, sono un invito a invertire la rotta in tema di inquinamento.
Una delle pietre della fame vicino a Decin, lungo le rive del fiume Elba.
L'eccezionale ondata di calore che questa estate ha colpito l'Europa centrale ha riportato alla luce una miriade di tesori archeologici, da un insediamento preistorico in Irlanda, al design di un giardino inglese del XVII secolo rimasto per secoli coperto dall'erba, a un villaggio tedesco abbandonato da oltre cento anni sommerso dalle acque di un lago.
Recentemente il basso livello delle acque del fiume Elba registrato vicino alla città di Decin (Repubblica Ceca) ha però fatto emergere qualcosa di ancora più strano: oltre una dozzina di cosiddette hunger stone, pietre della fame. Di cosa si tratta?
La questione dei cambiamenti climatici è oggi uno dei temi di maggior contrasto a livello globale. Eppure gli effetti del cosiddetto golbal warming sono ormai sotto gli occhi di tutti: oltre il 97% delle ricerche scientifiche afferma che i cambiamenti climatici esistono e che sono aggravati dalla mano dell'uomo.
PIETRE PARLANTI. Gli studiosi chiamano in questo modo le pietre che secoli fa venivano riposte sulle rive dei fiumi in secca. I nostri antenati lo facevano per due ragioni: una pratica - documentare i bassi livelli di acqua - e una didascalica, spiegare agli uomini gli effetti drammatici della siccità.
La pietra della fame più antica tra quelle ritornate alla luce nei pressi della cittadina risale al 1616 ed è considerata il più antico "segnale", punto di riferimento, idrogeologico dell'Europa centrale. Si trova lungo le rive dell'Elba (1.091 chilometri) che nasce proprio nella Repubblica Ceca.
SE MI VEDI, PIANGI. La più famosa della serie invece - come riporta uno studio del 2013 - è quella che "spiega" gli effetti del grande caldo: cattivo raccolto, penuria di cibo, innalzamento dei prezzi e carestia. Con effetti tragici soprattutto per la gente più povera. Una iscrizione tedesca sulla medesima pietra, visibile 126 giorni all'anno a causa di una diga, dice invece: "Quando mi vedi, piangi".
Ed è in buona compagnia con altre pietre che hanno inciso frasi come: "Abbiamo pianto - Piangiamo - piangerete" oppure "Chi mi ha visto una volta, ha pianto, chi mi vede adesso piangerà".
OGGI PIÙ DI IERI. Ed effettivamente, a leggere le ultime pubblicazioni dei ricercatori, c'è ben poco da stare allegri: uno studio pubblicato ad agosto rivela che nei prossimi decenni, per effetto del riscaldamento globale, le ondate di calore saranno sempre più mortali, soprattutto alle latitudini tropicali e subtropicali ma, in misura più contenuta, anche in Europa.
Forse questo in un'economia globale e più industrializzata come quella europea avrà minori conseguenze automatiche, come nei secoli scorsi, sull'alimentazione (pur non risparmiandone le qualità nutrizionali). In ogni caso, il messaggio che ci viene da queste pietre del passato è quanto mai attuale e non andrebbe sottovalutato.
Commenti
Posta un commento