Passa ai contenuti principali

Lungo i Tropici ci sono almeno 7 uragani: è normale?

Nelle ultime settimane si sono venute a creare le condizioni ideali per la formazione degli uragani tropicali, che non si sono fatti attendere.

florence-dalla-iss_1
L'uragano Florence ripreso dalla Stazione Spaziale Internazionale.

Ci sono 6 o forse 7 uragani che "viaggiano" lungo i tropici del nostro pianeta, in questo momento: almeno tre nel nord Atlantico - e tra questi Florence, ormai a ridosso della costa orientale degli Stati Uniti - e un paio nel Pacifico tropicale - e tra questi il super tifone Mangkhut, con venti che soffiano a oltre 270 chilometri l'ora.

Il rapido aumento di attività in atmosfera, in particolare sull'Atlantico, è dovuto all'improvviso "allineamento" dei due fattori scatenanti che, combinati, danno origine e alimentano gli uragani: i venti e l'energia necessaria per il loro sviluppo.

uragani, tifoni, cicloni, tempeste, Florence, Mangkhut
13 settembre ore 12:00 - Uragani e tempeste sull'Atlantico: la situazione è monitorata dal National Hurricane Center della NOAA. 

CHE COSA È SUCCESSO. Se i venti nell'alta atmosfera sono eccessivamente violenti possono distruggere una tempesta che sta nascendo. Sembra un paradosso, ma è proprio così: per originare un uragano sono necessari venti calmi in alta quota, situazione che fino a due settimane fa non sussisteva. In questi ultimi quindici giorni, invece, l'intensità dei venti in quota ha raggiunto il minimo stagionale e questo dà modo a tempeste e uragani nascenti di prendere forma. L'altro elemento fondamentale per produrre uragani è l'instabilità atmosferica, che fino a poche settimane fa era al di sotto della media: improvvisamente però è aumentata, a partire appunto da una quindicina di giorni fa.

uragani, tifoni, cicloni, tempeste, Florence, Mangkhut
L'occhio di Florence ripreso della Stazione Spaziale Internazionale. | NASA
NELL'OCEANO ATLANTICO.Così si spiega Florence, in rapido mutamento ma classificato - al momento in cui scriviamo - di categoria fra 3 e 4 (su una scala di cinque), in rotta di collisione con le coste di Virginia e Carolina del Nord e del Sud. Florence è seguito a distanza da Helene, attualmente classificato di categoria 1, che si trova a ovest di Capo Verde (al largo della costa nord-occidentale dell'Africa) con venti che soffiano a 145 chilometri l'ora.

Le previsioni sono che Helene possa diventare molto violento, ma anche che dovrebbe restare in aperto oceano. È però possibile che i venti in quota raccolgano l'umidità dell'uragano e portino su alcune regioni dell'Europa violente piogge, verso la metà della prossima settimana.

Isaac è il terzo uragano che si può osservare sull'Atlantico: colpirà le Piccole Antille (Caraibi) con venti attorno ai 100 chilometri all'ora. In più, sembra che una perturbazione ancora senza nome, che si trova adesso al largo della Penisola dello Yucatan (Messico), potrebbe presto trasformarsi in una tempesta, se non in un uragano. E vi sono condizioni identiche (Joyce) anche ad alcune centinaia di chilometri a sud-ovest delle Azzorre (nel cuore dell'Atlantico), che in questo momento sono tenute sotto controllo dal National Hurricane Center della NOAA (vedi immagine qui sotto). Se anche questi dovessero trasformarsi in uragani ne avremo cinque in contemporanea nella regione dell'Atlantico: una situazione che, a memoria d'uomo, è accaduta in passato solamente una volta, tra il 10 e il 12 settembre 1971.

uragani, tifoni, cicloni, tempeste, Florence, Mangkhut
Le regioni dell'Atlantico (a sinistra) e del Pacifico: questa immagine è una composizione presa da Earth NullSchool, che mostra animazioni delle correnti atmosferiche del Pianeta. | EARTH NULLSCHOOL

NELL'OCEANO PACIFICO. Dall'altra parte del mondo avanza Mangkhut, il Super Typhoon di categoria 5, verso le Filippine, dove arriverà venerdì 14 settembre. È seguito da un'altra tempesta, in agguato al largo delle coste della Cina, Barijat, che dovrebbe passare a sud di Hong Kong. Mentre le Hawaii devono vedersela con la tempesta tropicale Olivia, appena due settimane dopo le piogge record per la regione, con 132 centimetri di pioggia portate dall'uragano Lane.

La scala ACE, da Accumulated Cyclone Energy, misura l'insieme delle energie prodotte in un certo momento dalle tempeste e dagli uragani presenti in una determinata area. Per quanto riguarda l'emisfero settentrionale l'anno in corso si trova con un valore ACE del 159% superiore alla media, ma lungo l'Oceano Pacifico orientale il valore è del 245% sopra la media - mentre nel Pacifico occidentale il valore è del 124% superiore alla media.

uragani, tifoni, cicloni, tempeste, Florence, Mangkhut
Gli uragani nella fascia tropicale del Pianeta: questa immagine è una composizione presa da Earth NullSchool, che mostra animazioni delle correnti atmosferiche del Pianeta. | EARTH NULLSCHOOL

CENTRANO I MUTAMENTI CLIMATICI? Che cosa significa tutto questo in termini di evoluzione climatica? La risposta non è assolutamente chiara. Stando alle statistiche, infatti, il numero complessivo di uragani non è cambiato negli anni rispetto al passato, mentre secondo diverse ricerche quello che è variato, e potrebbe ulteriormente variare nei prossimi anni, è l'intensità degli uragani stessi.

Commenti

Post popolari in questo blog

CoViD-19: un nuovo studio sui danni cardiaci

  Uno studio denuncia i danni provocati dal virus della covid su colture di cellule cardiache umane: un esperimento di laboratorio che deve però essere verificato. La CoViD-19, da tutti nota per essere una patologia polmonare, causerebbe anche danni al cuore: su questo aspetto della malattia, ancora poco noto e sul quale si sta  ancora studiando , indaga  uno studio preliminare , non ancora verificato in peer review, ma «dovevo pubblicare ciò che ho scoperto!», ha dichiarato Todd McDevitt, uno degli autori della ricerca. Gli esperimenti effettuati in vitro dai ricercatori restituiscono un quadro poco roseo: il SARS-CoV-2, il coronavirus che causa la covid, danneggerebbe le fibre muscolari che permettono al cuore di battere, fino a  ridurle in pezzettini . «Una carneficina di cellule umane», l'ha definita Bruce Conklin, uno degli autori. MUSCOLI SOTTO ATTACCO.  È importante sottolineare che  lo studio è stato effettuato su campioni di cellule in vitro . I ricercatori hanno analizzat

Le idee di Darwin per rigenerare le foreste

  Più di un secolo fa, Darwin suggerì un metodo alternativo per ripiantare le foreste, e ora lo stiamo finalmente ascoltando.     La foresta di Białowieża, in Polonia.  L'origine delle specie  è uno dei libri più famosi, influenti e importanti dei nostri tempi – un'osservazione forse non particolarmente originale, ma indiscutibile. Il saggio di  Charles Darwin  pubblicato nel 1859 ha cambiato il nostro modo di vedere il mondo e soprattutto i viventi, e contiene una quantità infinita di idee e spunti che sono stati poi approfonditi nei successivi 150 anni, andando a costituire la base della teoria evoluzionistica (e non solo). RIFORESTAZIONE E GAS SERRA.  Si tratta di un libro talmente denso che ancora oggi, rileggendolo, scopriamo passaggi illuminanti: è quanto raccontano su  The Conversation  Rob MacKenzie e Christine Foyer dell'Università di Birmingham, che si occupano rispettivamente di atmosfera e di piante. I due docenti raccontano che  L'origine delle specie  cust

Dengue, aumentano i casi in Italia: da dove arriva e perché sta crescendo il virus delle zanzare

Sono 500 i casi di Dengue confermati nel nostro Paese da gennaio 2024. Il maxi focolaio di Fano con oltre 100 contagi fa temere un'ulteriore diffusione.     Sangue in provetta L'aumento vertiginoso dei casi di  Dengue  – infezione trasmessa dalle zanzare del genere  Aedes , come la zanzara tigre – fa salire l'attenzione su una malattia che l'Oms aveva già inserito tra le  10 minacce per la salute globale  ancor prima dell'ondata epidemica attuale. I timori si alimentano anche in Italia, con il recente focolaio scoppiato a Fano, nelle Marche, che finora registras 102 casi accertati e altri dieci probabili.   Già il 2023 era stato un anno record, con oltre  6 milioni di contagi  e casi autoctoni registrati anche in zone, come l'Europa e l'Italia, in cui la malattia non è normalmente presente (ma è a volte diagnosticata nei viaggiatori provenienti da aree a rischio). Tuttavia, le cifre relative ai primi mesi del 2024 sono state capaci di sbriciolare quel record