Passa ai contenuti principali

Deep fake: come distinguerli in un battito di ciglia

Un nuovo metodo permette di smascherare la maggior parte dei video fasulli generati con l'intelligenza artificiale sfruttando una loro (per ora irrisolta) debolezza: l'assenza di occhi chiusi.

reu_rtx2rzrc_web
Un caso a sé, ma in genere non è facile trovare foto di personaggi noti con gli occhi chiusi.

L'ultima frontiera della disinformazione virale sfrutta le potenzialità dell'intelligenza artificiale per far muovere e parlare personaggi famosi con i volti, le espressioni e le parole di altri: il deep fake, ossia la sostituzione delle facce, o di alcuni elementi del viso dei protagonisti, grazie a software estremamente avanzati, garantiscono oggi risultati realistici.
Per ora la tecnica è stata sfruttata soprattutto nella satira e nel mondo del cinema hard, ma l'ombra di filmati-bufala con personaggi politici lanciati in dichiarazioni mai fatte pesa (per esempio) sulle prossime elezioni di medio termine americane. Un gruppo di ricercatori dell'Università di Albany, New York, sembra però avere identificato un tallone d'Achille del meccanismo.
DEEP FAKE: COME FUNZIONA? Come spiegato su The Conversation, i video deep fake sfruttano un sistema di reti neurali profonde (cioè adibite al deep learning, l'apprendimento automatico basato su diversi livelli di rappresentazione) per studiare i movimenti facciali di una persona e sintetizzare immagini del volto di un'altra persona facendole assumere espressioni analoghe.

Per queste operazioni serve un ampio database di fotografie di entrambi i volti: maggiore è il numero di immagini usate per "istruire" un deep fake, tanto più realistico risulterà il video finito. E qui casca l'asino.

LE FOTO CHE NESSUNO VUOLE. Nella realtà, gli esseri umani sbattono gli occhi ogni 2-10 secondi, e ogni battito di ciglia richiede tra un decimo e quattro decimi di secondo. Difficilmente, però, si trovano in Rete foto di persone con gli occhi chiusi: un po' perché trascorriamo la maggior parte del tempo con gli occhi aperti, e un po' perché raramente un fotografo pubblica ritratti ad occhi chiusi in un servizio.

FISSITÀ SOSPETTA. Le reti neurali dei video deep fake hanno quindi poco materiale da cui attingere: il risultato è che raramente nei video deep fake vedrete il protagonista sbattere gli occhi. Siwei Lyu, direttore del laboratorio di Visione artificiale e Machine Learning dell'Università di Albany, ha sviluppato con i colleghi algoritmi in grado di identificare automaticamente e con precisione la posizione degli occhi nei video, e tener traccia di ogni battito di ciglia.

Nei due filmati qui sotto: 1) una persona "autentica" sbatte gli occhi mentre parla; 2) in un video deep fake non si vedono battiti di ciglia.
PRONTO A TUTTO. Per evitare che il sistema cadesse nello stesso tranello delle reti neurali "nemiche", è stato istruito su una vasta libreria di foto di persone sia con gli occhi chiusi, sia aperti. La tecnica sembra funzionare e il team riesce ora a distinguere i video deep fake nel 95% dei casi.

BATTAGLIA APERTA. Si tratta tuttavia di una vittoria temporanea. Come ricordano i ricercatori, la tecnologia per produrre questi filmati è in continua evoluzione: i malintenzionati potrebbero per esempio recuperare frame di soggetti con occhi chiusi dai video usati per istruire le reti neurali, e aggirare così la falla temporanea. A ogni mossa segue una contromossa, come in una partita a scacchi.

Commenti

Post popolari in questo blog

CoViD-19: un nuovo studio sui danni cardiaci

  Uno studio denuncia i danni provocati dal virus della covid su colture di cellule cardiache umane: un esperimento di laboratorio che deve però essere verificato. La CoViD-19, da tutti nota per essere una patologia polmonare, causerebbe anche danni al cuore: su questo aspetto della malattia, ancora poco noto e sul quale si sta  ancora studiando , indaga  uno studio preliminare , non ancora verificato in peer review, ma «dovevo pubblicare ciò che ho scoperto!», ha dichiarato Todd McDevitt, uno degli autori della ricerca. Gli esperimenti effettuati in vitro dai ricercatori restituiscono un quadro poco roseo: il SARS-CoV-2, il coronavirus che causa la covid, danneggerebbe le fibre muscolari che permettono al cuore di battere, fino a  ridurle in pezzettini . «Una carneficina di cellule umane», l'ha definita Bruce Conklin, uno degli autori. MUSCOLI SOTTO ATTACCO.  È importante sottolineare che  lo studio è stato effettuato su campioni di cellule in vitro . I ricercatori hanno analizzat

Le idee di Darwin per rigenerare le foreste

  Più di un secolo fa, Darwin suggerì un metodo alternativo per ripiantare le foreste, e ora lo stiamo finalmente ascoltando.     La foresta di Białowieża, in Polonia.  L'origine delle specie  è uno dei libri più famosi, influenti e importanti dei nostri tempi – un'osservazione forse non particolarmente originale, ma indiscutibile. Il saggio di  Charles Darwin  pubblicato nel 1859 ha cambiato il nostro modo di vedere il mondo e soprattutto i viventi, e contiene una quantità infinita di idee e spunti che sono stati poi approfonditi nei successivi 150 anni, andando a costituire la base della teoria evoluzionistica (e non solo). RIFORESTAZIONE E GAS SERRA.  Si tratta di un libro talmente denso che ancora oggi, rileggendolo, scopriamo passaggi illuminanti: è quanto raccontano su  The Conversation  Rob MacKenzie e Christine Foyer dell'Università di Birmingham, che si occupano rispettivamente di atmosfera e di piante. I due docenti raccontano che  L'origine delle specie  cust

Le nuove immagini della nebulosa dell'Aquila

Li chiamano i pilastri della creazione, perché là stanno nascendo nuove stelle e quindi nuovi pianeti. Sono alcune parti della nebulosa dell'Aquila. Il telescopio Hubble li ha fotografati più volte, la prima volta nel 1995. E ora a 20 anni di distanza le nuove foto sono davvero bellissime. E spiegano che cosa sta succedendo in una nursery stellare. Per festeggiare i suoi primi 25 anni di lavoro ( l'anniversario sarà il 24 aprile ),  il telescopio Hubble ha scattato una nuova immagine dei cosidetti  "Pilastri della Creazione"  che si trovano nella Nebulosa dell'Aquila e che furono fotografati per la prima volta nel 1995. La prima foto delle tre enormi e dense colonne di gas e polvere interstellari che racchiudono migliaia di stelle in formazione, è stata giustamente definita una delle 10 migliori immagini scattate da Hubble (vedi gallery sotto). Ma non è soltanto magnifica: ha contribuito ad aumentare notevolmente la nostra comprensione dei fenomeni di