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Le prime luci al grafene

La prima applicazione pratica ed economica del grafene è una lampada a led: più potente e più durevole di ogni altra illuminazione led.
Ecco il primo prodotto commerciale assemblato con grafene, undici anni dopo la scoperta del "materiale delle meraviglie", che valse a Konstantin Novoselov e Andre Geim dell'Università di Manchester ilPremio Nobel nel 2010. È una lampadina led che grazie alla presenza di un nanofoglio di grafite esalta le caratteristiche di alta efficienza, risparmio energetico e lunga durata.

La nuova lampadina è stata ideata dagli scienziati dell'Università di Manchester, la stessa in cui fu scoperto il grafene, in collaborazione con l'azienda Graphene Lightning. I ricercatori hanno progettato un bulbo con un led filamento rivestito di grafene. L'impiego della grafite permette un ulteriore guadagno sul fronte del risparmio energetico, mentre l'eccellente conduttività allunga di molto la vita del prodotto.

La nuova lampadina debutterà nei negozi inglesi verso la fine dell'anno, a un costo che dovrebbe aggirarsi attorno ai 20 euro a pezzo: un prezzo inferiore o comparabile rispetto a quello di altri buoni prodotti commerciali e che in più vanta l'uso di componenti "sostenibili".
LA NUOVA PLASTICA. La pellicola inventata per caso da Geim e Novoselov è costituita da un solo strato di atomi di carbonio, considerata dunque il materiale più sottile al mondo. La sua struttura è cento volte più resistente e sei volte più elastica dell'acciaio, e conduce elettricità e calore in maniera efficiente.
Konstantin Novoselov, co-inventore del grafene, mostra la lampadina led al rettore dell'Università di Manchester George Osborne.

Per questi motivi il grafene, le cui applicazioni sono pressoché infinite,  viene definito "la plastica del futuro", ovvero l'elemento base della prossima era industriale. Da anni infatti enti pubblici e privati sono in corsa per realizzare prodotti a base di grafene, da pannelli solari super efficienti ad aerei leggerissimi, da vernici impermeabili ad auto che non si arrugginiscono mai, damuscoli artificiali a strumenti per la bonifica ambientale fino a smartphone pieghevoli e indistruttibili.

Solo adesso, però, arriva un prodotto commerciale che ha buone possibilità di entrare nelle nostre case. E siamo solo agli inizi, come spiega nel video (sotto, in inglese) il professor Colin Bailey, vice rettore dell'Università di Manchester: nell'ateneo inglese è stato da poco aperto il National Graphene Institute, che ha ricevuto 52 milioni di euro di finanziamenti statali per cavalcare la rivoluzione del materiale delle meraviglie.

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