Passa ai contenuti principali

La pozione medievale per uccidere il superbatterio MRSA

Un gruppo di ricercatori ha ricreato in laboratorio e poi testato una ricetta formulata oltre mille anni fa e contenuta in un manoscritto di medicina del X secolo, scoprendo che funziona contro i batteri resistenti agli antibiotici.

Un particolare del Medicinale Anglicum, manoscritto in latino e inglese del secolo o terzo quarto del X secolo.

Prendete uno spicchio di aglio, un po' di cipolla e aggiungete un goccio di vino…

No, non si tratta della solita ricetta culinaria, ma delle istruzioni per preparare una misteriosa mistura medievale, che secondo gli scienziati dell'Università di Nottingham potrebbe forse curare le infezioni causate dal superbatterio MRSA (Staphylococcus aureus resistente alla meticillina), uno degli agenti patogeni più temuti soprattutto in ambiente ospedaliero. I risultati della ricerca sono stati esposti in questi giorni alla conferenza annuale della Society for General Microbiology.

GUERRA AL SUPERBATTERIO. Le infezioni da MRSA costituisco uno dei maggiori rischi per la salute all'interno dei nosocomi, dove il fenomeno della resistenza antibiotica – che porta comuni ceppi batterici a non rispondere più ai farmaci un tempo sufficienti a curarli – si manifesta più frequentemente anche a causa di alcune prassi scorrette. In modo del tutto inatteso, la cura per questa piaga silenziosa potrebbe ora arrivare da una medicina vecchia di oltre mille anni, che veniva utilizzata come collirio.

L'intruglio "miracoloso" è stato scoperto in un manoscritto del X secolo, il Bald's Leechbook, un antico testo di medicina conservato presso laBritish Library. L'idea di sperimentare l'efficacia del sapere scientifico (o pseudo scientifico, almeno per i canoni odierni) contenuto nel libro è stata di Freya Harrison, una microbiologa dell'Università di Nottingham (Regno Unito), che per realizzare il progetto ha coinvolto nel suo team anche Christina Lee, una docente specializzata in storia anglosassone.
Seguendo l’ordine “dalla testa ai piedi”, il Medicinale Anglicum (noto anche come Bald's Leechbook) tratta di varie malattie. Tra i diversi rimedi proposti, uno in particolare ha attirato l’attenzione dei ricercatori della University of Nottingham e riguarda la terapia delle infezioni oculari.

ISTRUZIONI PER L'USO. Secondo la ricetta, la "pozione" deve contenere aglio, cipolla o porro, vino e bile di mucca, e il mix necessita di riposare in un recipiente di ottone per nove giorni alla temperatura di 4 gradi. Harrison e colleghi hanno cercato di seguire le istruzioni alla lettera, sebbene non fosse facile scovare ingredienti qualitativamente simili agli originali. Per l'alcol, ad esempio, hanno usato un vino biologico di vecchia annata, mentre le difficoltà nello sterilizzare il contenitore di ottone sono state aggirate immergendo dei sottili fogli metallici nella miscela.
L'ESPERIMENTO. Al termine dei nove giorni gli scienziati hanno osservato che tutti i batteri del suolo, introdotti nella mistura insieme al porro e all'aglio, erano stati debellati. Come ha spiegato la Harrison: «Si è trattato di un processo di auto-sterilizzazione. Ed è stato il primo sentore che questa idea folle potesse avere qualche utilità».

Il composto (che nel frattempo era diventato una «melma odorosa») è stato quindi testato in vitro, su campioni di pelle prelevati da topi infettati con stafilococchi resistente alla meticillina. Ed ecco l'eccezionale responso: il rimedio medievale ha ucciso il 90% deibatteri, lo stesso risultato ottenuto trattando il ceppo con vancomicina (l'antibiotico generalmente utilizzato contro MRSA) in un successivo test di controllo.

RIMEDI DALL'ANTICHITÀ. Gli scienziati non hanno ancora individuato quale sia la chiave del successo della sostanza. Il segreto potrebbe nascondersi nelle reazioni chimiche che si innescano durante il mescolamento degli ingredienti o nell'arco dei successivi nove giorni, ma per capirlo serviranno indagini più approfondite. Nell'attesa, sottolineano gli autori della ricerca, meglio evitare di emulare la pozione fai-da-te, anche perché non è detto che si riescano a ottenere risultati altrettanto validi su un paziente.
Un ceppo di Staphylococcus aureus. Quando sviluppa una resistenza agli antibiotici beta-lattamici (penicilline e cefalosporine), il batterio viene classificato con la sigla MRSA (Methicillin-Resistant Staphylococcus Aureus).

Il fatto che una scoperta potenzialmente così importante possa attingere da una fonte di più di mille anni fa deve stupire fino a un certo punto, perché molte cure dell'epoca scaturiscono comunque da un processo di prove ed errori (trial-and-error, per dirla all'inglese) e non sono quindi necessariamente frutto di superstizione o stregoneria. D'altro canto non tutte le perle di saggezza contenute nel Bald's Leechbook ci aiuteranno a sintetizzare nuovi farmaci: vedi le «radici di ravanello» usate come toccasana per le «donne pettegole», o la frusta fatta con «pelle di delfino» impiegata come panacea (si presume molto dolorosa) per gli «uomini in preda a pazzia».

Commenti

Post popolari in questo blog

CoViD-19: un nuovo studio sui danni cardiaci

  Uno studio denuncia i danni provocati dal virus della covid su colture di cellule cardiache umane: un esperimento di laboratorio che deve però essere verificato. La CoViD-19, da tutti nota per essere una patologia polmonare, causerebbe anche danni al cuore: su questo aspetto della malattia, ancora poco noto e sul quale si sta  ancora studiando , indaga  uno studio preliminare , non ancora verificato in peer review, ma «dovevo pubblicare ciò che ho scoperto!», ha dichiarato Todd McDevitt, uno degli autori della ricerca. Gli esperimenti effettuati in vitro dai ricercatori restituiscono un quadro poco roseo: il SARS-CoV-2, il coronavirus che causa la covid, danneggerebbe le fibre muscolari che permettono al cuore di battere, fino a  ridurle in pezzettini . «Una carneficina di cellule umane», l'ha definita Bruce Conklin, uno degli autori. MUSCOLI SOTTO ATTACCO.  È importante sottolineare che  lo studio è stato effettuato su campioni di cellule in vitro . I ricercatori hanno analizzat

Le idee di Darwin per rigenerare le foreste

  Più di un secolo fa, Darwin suggerì un metodo alternativo per ripiantare le foreste, e ora lo stiamo finalmente ascoltando.     La foresta di Białowieża, in Polonia.  L'origine delle specie  è uno dei libri più famosi, influenti e importanti dei nostri tempi – un'osservazione forse non particolarmente originale, ma indiscutibile. Il saggio di  Charles Darwin  pubblicato nel 1859 ha cambiato il nostro modo di vedere il mondo e soprattutto i viventi, e contiene una quantità infinita di idee e spunti che sono stati poi approfonditi nei successivi 150 anni, andando a costituire la base della teoria evoluzionistica (e non solo). RIFORESTAZIONE E GAS SERRA.  Si tratta di un libro talmente denso che ancora oggi, rileggendolo, scopriamo passaggi illuminanti: è quanto raccontano su  The Conversation  Rob MacKenzie e Christine Foyer dell'Università di Birmingham, che si occupano rispettivamente di atmosfera e di piante. I due docenti raccontano che  L'origine delle specie  cust

Le nuove immagini della nebulosa dell'Aquila

Li chiamano i pilastri della creazione, perché là stanno nascendo nuove stelle e quindi nuovi pianeti. Sono alcune parti della nebulosa dell'Aquila. Il telescopio Hubble li ha fotografati più volte, la prima volta nel 1995. E ora a 20 anni di distanza le nuove foto sono davvero bellissime. E spiegano che cosa sta succedendo in una nursery stellare. Per festeggiare i suoi primi 25 anni di lavoro ( l'anniversario sarà il 24 aprile ),  il telescopio Hubble ha scattato una nuova immagine dei cosidetti  "Pilastri della Creazione"  che si trovano nella Nebulosa dell'Aquila e che furono fotografati per la prima volta nel 1995. La prima foto delle tre enormi e dense colonne di gas e polvere interstellari che racchiudono migliaia di stelle in formazione, è stata giustamente definita una delle 10 migliori immagini scattate da Hubble (vedi gallery sotto). Ma non è soltanto magnifica: ha contribuito ad aumentare notevolmente la nostra comprensione dei fenomeni di