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Visualizzazione dei post da settembre, 2018

Perché gli uomini perdono i capelli?

La calvizie è causata, anche se non in modo diretto, dal testosterone, l'ormone che conferisce la mascolinità. Combatterla si può, ma si deve agire alla prima stempiatura. Paura di diventare calvi? Meglio agire alla prima stempiatura. Ironia della sorte: dietro alla spiegazione scientifica della  calvizie maschile , ovvero l' alopecia androgenetica , c'è proprio l’ormone sessuale che rende "maschio" un uomo, ovvero il  testosterone . In altre parole, l'ormone che conferisce la mascolinità causa, seppure indirettamente, anche la tanto temuta e odiata  pelata . A scoprire questo effetto fu, negli anni Quaranta, l’endocrinologo e anatomista americano James Hamilton. Si accorse che persone che erano state  castrate prima della pubertà , trattamento che ai tempi veniva riservato ai ragazzi con alcuni tipi di disturbi mentali, avevano meno probabilità di diventare calve. TEST  - Quante ne sai sui capelli? Da quelle prime osservazioni sono s

Perché i ricordi traumatici formano una traccia indelebile nella memoria

Rievocare un'esperienza drammatica riporta alla memoria impressioni vivide di quei momenti, come se fossero appena accaduti. Dipende dal modo in cui il cervello codifica quelle esperienze, e da come il corpo risponde al pericolo. Ricordi angoscianti perseguitano chi è affetto da  disturbo post traumatico da stress . Gran parte delle cose di cui facciamo esperienza non lascia traccia, nella memoria: imparare nuove informazioni  richiede impegno, fatica e molte ripetizioni . Eppure, dimenticare esperienze particolarmente drammatiche ci risulta estremamente difficile, se non impossibile. I ricordi legati a incidenti, violenze, grandi spaventi, lutti o separazioni possono perseguitarci come fantasmi. A che cosa si deve questa differenza? La risposta, come spiega un articolo su  The Conversation , è da cercare nelle neuroscienze. E occorre partire dal modo in cui il corpo reagisce alle minacce. PRONTI A REAGIRE.  Quando ci si trova in una situazione di pericolo,

Eliminare le zanzare per fermare la malaria: quali sarebbero le conseguenze?

Che cosa succederebbe se, per combattere la malaria, si eliminassero dalla faccia della Terra tutte le zanzare? Estinzione genetica e parassiti: un tema  che attira anche l'interesse (e i finanziamenti) della DARPA . Quello di un mondo senza zanzare vettori di serie parassitosi potrebbe sembrare  uno scenario ideale . Ma se per l'uomo sono soprattutto una seccatura, nel loro ecosistema questi insetti sono prede, avversari, impollinatori. Che cosa accadrebbe se li eliminassimo del tutto? Alla domanda, al centro di un articolo pubblicato su  Atlantic , nessuno sa o vuole rispondere con certezza. Ora però un gruppo di scienziati delle Università del Ghana e di Oxford si prepara a uno studio quadriennale sui rapporti che una delle principali specie di zanzare della malaria, l' Anopheles gambiae , intrattiene con altre creature del suo stesso ecosistema. Il team fa parte di  Target Malaria , un consorzio di ricerca no-profit, finanziato dalla fondazione di Bi

Complotti: quando sono nate le prime teorie della cospirazione?

Le teorie della cospirazione non sono nuove. E se il Novecento ha conosciuto crimini orrendi giustificati da presunti complotti, le  origini storiche del complottismo sono ancora più antiche: risalgono agli anni della Rivoluzione Francese. Il 14 luglio 1789, i parigini avevano paura che l'esercito stesse per attaccarli. Così si armarono e marciarono verso la Bastiglia, il forte reale utilizzato come prigione, alla ricerca di polvere da sparo. La rivoluzione era ufficialmente iniziata... La storia del  complottismo  è antica. Il momento in cui la cosiddetta "teoria della cospirazione" divenne un metodo politico esplicito e consapevole -  utile per giustificare le proprie azioni politiche - fu quello della  Rivoluzione Francese  (1789) e gli anni successivi, il cosiddetto periodo del Terrore. A fine Settecento in Francia la povertà e la disuguaglianza sociale avevano raggiunto una soglia così drammatica da diventare insostenibili. Le masse borghesi, is

Le scommesse delle scimmie rivelano un'area cerebrale implicata nei comportamenti a rischio

Macachi istruiti per giocare d'azzardo hanno permesso di individuare una regione della corteccia responsabile della volontà di lanciarsi in situazioni potenzialmente pericolose. Disattivandola, si riduce anche la voglia di compromettersi. In bilico tra due opposte decisioni. Un gruppo di ricercatori ha individuato un'area cerebrale associata alla facilità di lasciarsi andare a comportamenti ad alto rischio: la scoperta descritta su  Current Biology  è stata resa possibile da due macachi rhesus ( Macaca mulatta ) che hanno, per l'occasione, imparato a giocare d'azzardo. Lo studio fa luce sui circuiti neurali che regolano la propensione dei primati, umani inclusi, a intraprendere scelte potenzialmente distruttive, e potrebbe essere utile nel trattamento di condizioni come la  dipendenza da gioco . ATTRAZIONE FATALE.  Si tende a pensare che l'attitudine al rischio sia la stessa per tutte le persone, o che al contrario sia quasi un tratto di personal

Donne e divorzio: come funzionava in passato?

Quando non c'erano gli alimenti e il divorzio era un tabù, che ne era delle donne che uscivano dal nucleo famigliare? C'eravamo tanto amati. Era il 1970 quando in Italia fu varata la  legge sul divorzio . Quattro anni dopo gli italiani andarono in massa a votare il referendum per dire se volevano la sua abrogazione: vinsero i “no” e il divorzio rimase legale. Una rivoluzione, soprattutto per il cosiddetto  sesso debole , che vide riconosciuto  il diritto di scegliere  come e con chi vivere. Ma prima, come ci si separava? E la donna, dopo la separazione, come campava? GRAN DOTE, GRAN BALDANZA.  Nell’antichità a farla da padrona era  la dote . Una donna passava dalle mani del padre a quelle del marito con parte dei suoi beni: terreni, case, in alcuni casi anche schiavi. Più ricco era il premio in palio, più alte erano le possibilità di contrarre un buon matrimonio. Divorziare, nei casi previsti dalla legge, era possibile, ma per la donna la separazione si risolv

Tracce di polveri sottili isolate nella placenta

Da tempo si sa che le particelle di smog possono danneggiare lo sviluppo del feto. Una ricerca britannica avvalora l'ipotesi che possano viaggiar nel corpo della madre fino a raggiungere l'involucro che dovrebbe nutrire e proteggere il nascituro. Esposti ai nostri veleni già dalle primissime settimane. Da tempo si sospetta che l'inquinamento atmosferico possa interferire con i processi riproduttivi -  dall'alterazione del ciclo mestruale  alla  riduzione della fertilità maschile  - e che, nelle donne che lo respirano in gravidanza, possa  influire negativamente sullo sviluppo fetale . Vari studi lo collegano a  un aumentato rischio di parto prematuro  e a un basso peso alla nascita, con conseguenze anche a lungo termine per la salute del bambino. CONTATTO DIRETTO.  Ora uno studio britannico - condotto a dire il vero su un campione ridotto di pazienti - ha trovato tracce di polveri sottili nella  placenta  di donne in gravidanza: se confermato dim

Meno bufale sui social

Tecnologia e verifiche manuali hanno dimezzato la diffusione delle fake news su Facebook e Twitter, ma la disinformazione si può solo contenere, non eliminare. La lotta di Facebook alle fake news sta dando i primi risultati. Facebook  e  Twitter  sembrano mantenere le promesse in fatto di  fake news : i loro contenuti sono più "puliti" rispetto a qualche mese fa e le fake news sono in netta diminuzione. Lo afferma un recente studio condotto dalle Università di Stanford e New York e  recentemente pubblicato . La ricerca ha analizzato la presenza sui due social di 570 fonti di fake news identificate da Polifact e FactCheck, due tra i più autorevoli servizi al mondo di verifica delle notizie. MENO BALLE PER TUTTI.  Gli accademici si sono concentrati sul numero di condivisioni, like e commenti raccolti dalle bufale tra gennaio 2015 e gennaio 2018 e hanno confermato come durante le elezioni presidenziali americane del 2016 il numero di interazioni con questi co