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Kepler scova i due esopianeti più simili alla Terra

L'analisi dei dati del telescopio della Nasa rivela l'esistenza di due mondi di dimensioni simili al nostro, molto probabilmente rocciosi e compatibili con la presenza d'acqua. Il numero degli esopianeti confermati sale a oltre quota mille.

Raffigurazione artistica di un esopianeta terrestre in orbita intorno a una stella evolutasi in nebulosa planetaria. Nella sua vita precedente, questo pianeta potrebbe essere stato uno degli otto appena individuati da Kepler.

Il telescopio spaziale Kepler ha ormai iniziato una seconda, più tranquilla fase della sua caccia spaziale. Ma dall'analisi dei dati da esso raccolti fino al 2013 sono emersi gli interessanti profili di due candidate "Terre" extrasolari: due esopianeti simili al nostro per dimensioni, con buona probabilità rocciosi e situati nella zona abitabile delle rispettive stelle, entrambe più piccole e meno brillanti del Sole.

L'analisi dei nuovi dati, presentati il 6 gennaio a un meeting dell'American Astronomical Society a Seattle, fa salire a più di mille il numero di esopianeti (la cui esistenza è stata confermata) trovati dal telescopio.

UN LAVORO CERTOSINO. L'osservatorio della Nasa ha monitorato con assiduità per 4 anni più di 150 mila stelle all'esterno del Sistema Solare. Grazie ai loro cambiamenti di luminosità ha individuato oltre 4 mila possibili pianeti arrivando a confermare l'esistenza di oltre un migliaio di essi.

IL CERCHIO SI RESTRINGE. La ricerca firmata da un'equipe di astrofisici coordinata da Guillermo Torres, del Centro per l'Astronomia Harvard-Smithsonian, individua nelle osservazioni condotte da Kepler altri 554 possibili pianeti, otto dei quali di dimensioni corrispondenti a una-due Terre. Tra queste stelle, sei sono, per temperatura e dimensioni, non troppo dissimili dal Sole.

Gli otto pianeti di dimensioni compatibili a quelli terrestri scoperti da Kepler.

DUE GEMELLI DELLA TERRA. Circoscrivendo ulteriormente il campo, tre dei nuovi pianeti scovati si trovano effettivamente nella zona abitabile dei loro soli, cioè a una distanza compatibile con la presenza di acqua liquida sulla loro superficie. Due di questi mondi, Kepler-438b e Kepler-442b, hanno un diametro inferiore a una volta e mezzo quello terrestre, e sono molto probabilmente rocciosi.

Entrambi orbitano intorno a una nana rossa più tenue e più piccola del Sole, il che rende la loro zona abitabile - la distanza alla quale l'acqua potenzialmente presente su di essi non ghiaccia, e non evapora - particolarmente vicina a quella della stella di riferimento.
CARATTERISTICHE. Il primo, ribattezzato Kepler-438b, si trova a 475 anni luce da noi, è più grande della Terra del 12% e orbita intorno alla propria stella in 35,2 giorni (poco più di un mese, un anno su di esso trascorre, cioè, 10 volte più velocemente che sulla Terra). Ha il 70% di probabilità di essere roccioso. Kepler-442b, l'altro candidato, è a 1.100 anni luce di distanza, è più grande della Terra di circa il 33%, e orbita intorno alla propria stella ogni 112 giorni. Avrebbe il 60% di probabilità di essere solido.

CLIMA. Gli scienziati non sanno se questi mondi abbiano atmosfere, ma se le avessero, la temperatura media su Kepler 438b sarebbe di circa 60 °C, quella su Kepler 442b di circa 0°C. «Non sappiamo con sicurezza se questi pianeti siano davvero abitabili - ha detto David Kipping, secondo autore della ricerca - ma sono candidati promettenti».

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