Una tecnica usata per guarire i traumi degli sportivi promette miracoli per combattere i segni dell'età e la calvizie.
Il segreto della giovinezza è nel sangue... Non è il motto del conte Dracula ma il principio su cui si basa la tecnica antirughe che sta conoscendo un vero e proprio boom, la vampirizzazione, o più scientificamente PRP (plasma ricco di piastrine). Un sistema noto da tempo in ortopedia, ambito nel quale è usato per favorire la riparazione di muscoli e tendini lesionati, soprattutto negli sportivi, e che adesso sta emergendo come intervento estetico «anche perché prevede l'utilizzo di sangue del paziente stesso: non c'è nessuna azienda che ha interesse a promuoverlo», spiega Maurizio Valeriani, primario di chirurgia plastica e ricostruttiva all'ospedale S. Filippo Neri a Roma.
«È una tecnica che ci ha messo un po' ad affermarsi, ma ora sta prendendo piede con un certo vigore», aggiunge lo specialista. «Si tratta infatti di un metodo fisiologico che consente un ringiovanimento molto naturale, riducendo le rughe. Non parliamo di miracoli, ma di una biostimolazione efficace per il viso, intorno agli occhi e alla bocca, e per contrastare la calvizie» in sostituzione o come integrazione di altre tecniche.
Le piastrine «sono una componente del sangue fondamentale nella riparazione delle ferite. Per far fronte a un danno si parte proprio dall'attivazione delle piastrine, attraverso la liberazione di sostanze riparatrici, le citochine», spiega Valeriani. È un meccanismo naturale «che si è pensato di utilizzare in medicina per riparare le lesioni, come si fa da tempo in ortopedia. Molti campioni del calcio ne hanno usufruito per facilitare e accelerare la riparazione di legamenti e muscoli».
COME FUNZIONA? Una piccola quantità di sangue, prelevato dal paziente, viene prima centrifugato poi degranulato per essere infine iniettato, così concentrato, sul volto o sul cuoio capelluto. Veicolata dai successi o da nuove mode, l'autovampirizzazione estetica sta conoscendo una notevole diffusione, cosa che peraltro pone problemi di metodo, che sono gestiti in modo differente da regione a regione (in alcune è obbligatorio passare da un centro per il prelievo), ciò che fa pensare all'esigenza di maggiore chiarezza su eventuali effetti indesiderati.
Commenti
Posta un commento