La Nasa ha pubblicato le prime scoperte realizzate dal rover Curiosity dopo due anni di permanenza su Marte. Il pianeta ebbe un lungo periodo di tempo durante il quale vi furono laghi, fiumi e una atmosfera molto simile a quella terrestre.
Il cratere Gale, nel quale si trova oggi il rover Curiosity vide un lungo periodo durante il quale fu più volte riempito da acqua. Imponenti fiumi scendevano dalla pianura circostante
La storia di Marte vide un lungo periodo durante il quale l’atmosfera creava un tale effetto serra da permettere ai ghiacci di sciogliersi, creare fiumi e laghi di grandi dimensioni. E questo smentirebbe alcune ipotesi avanzate negli ultimi anni che vogliono che l’acqua su Marte sia stata presente per brevissimi periodi e che non ebbe modo di creare grandi corsi d’acqua permanenti.
Tutto questo lo si deduce dagli studi eseguiti da ricercatori della Nasa grazie ai rilevamenti ottenuti con il rover Curiosity che da circa due anni lavora all’interno del cratere marziano Gale.
Gli strati alla base del Monte Sharp. Indicano inequivocabilmente la presenza di acqua per lunghissimi periodi di tempo.
UN’ATMOSFERA PER ALMENO 10 MILIONI DI ANNI. Ma andiamo con ordine. Curiosity sta analizzando le rocce che si trovano alla base del Monte Sharp, il quale a sua volta si trova all’interno di un gigantesco cratere chiamato Gale.
Il luogo dove è stato fatto atterrare Curiosity è scelto proprio perché grazie ai rilevamenti eseguiti dalle sonde che ruotano attorno al pianeta rosso mostrava segni di possibile presenza d’acqua nel lontano passato. «Se quanto abbiamo scoperto finora è corretto, possiamo dire che un tempo Marte possedeva un ambiente caldo e umido che durò per almeno 10 milioni di anni», spiega Ashwin Vasavada, del JPL della Nasa. «Questo conferma che l’atmosfera del pianeta fu molto spessa, anche se al momento non abbiamo un’idea di come fosse fatta con precisione».
Sottili stratificazioni che si possono formare in un ambiente lacustre molto profondo.
DELTA DEI FIUMI. Il Monte Sharp si innalza per circa 5 km e i suoi fianchi espongono centinaia di strati di roccia che stando alle analisi si sarebbero formati grazie a depositi lacustri, fluviali ed eolici. Essi testimonierebbero una serie di fasi ripetute di riempimento ed evaporazione del lago stesso. Al momento Curiosity sta studiando gli strati alla base della montagna, una sezione di rocce alte circa 150 metri, chiamata formazione Murray.
Una sezione che rappresenta l'area studiata da Curiosity. Sedimenti lacustri da un lato, sedimenti fluviali dall'altro. In messo depositi di un delta fluviale molto simile a quelli terrestri
Qui vi sarebbe la testimonianza di delta fluviali molto simili a quelli presenti sulla Terra. «Quel che è molto interessante – spiega John Grotzinger del California Institute of Technology di Pasadena – è il fatto che poiché il lago si è riempito e svuotato più volte ci è permesso di verificare come è avvenuta l’interazione acqua, suolo e atmosfera più e più volte. Possiamo studiare come si sono verificate le reazioni chimiche in momenti diversi».
La storia del cratere Gale. A sinistra: le parti chiare e scure indicano ripetuti momenti in cui l'acqua era presente o evaporava. A destra: al centro compare il Monte Sharp dopo che il vento ha eroso gli strati intermedi tra il bordo del cratere e il centro dello stesso
IL VENTO SCAVÒ TRA I DEPOSITI LACUSTRI. Le immagini e le analisi realizzate da Curiosity permettono di ricostruire fasi durante le quali vi era il lago e fasi durante le quali prevalevano i fiumi che arrivavano nel cratere dalle pianure circostanti formavano grandi delta.
Stando alle analisi di questi anni sembra che dopo che il cratere Gale fu riempito da acqua, la quale lasciò enormi pacchi di sedimenti terrigeni, quando essa si ritirò definitivamente il vento erose quel che c’era tra il bordo e le parti più interne del cratere stesso, lasciano la montagna che oggi è possibile osservare (vedi foto d’apertura).
E proprio sulle pendici di quel monte è scritto negli starti di roccia una momento tra i più importanti della storia di Marte, quelle che avrebbe potuto permettere alla vita di svilupparsi. Vedremo se ne prossimi mesi usciranno dati che permettano di affermare ciò con certezza.
Commenti
Posta un commento