Passa ai contenuti principali

Come gli smartphone modificano il cervello

Trafficare con il touchscreen diverse ore al giorno altera il modo in cui dita e cervello comunicano, potenziando la sensibilità tattile nei polpastrelli. Una buona notizia? Non del tutto.

Una mano sola, e il pollice attivo sullo schermo: la posizione canonica delle dita sul touchscreen.

Li portiamo in tasca, a letto, a tavola e persino in bagno, armeggiando con il loro schermo fino a 150 volte al giorno: che l'uso intensivo degli smartphone avesse un qualche effetto sul cervello era inevitabile, e questa volta ci si è concentrati sul senso del tatto, la prima forma di comunicazione tra noi e i cellulari.

Trascorrere molto tempo alle prese con il touchscreen modifica il modo in cui dita e cervello si "parlano". Maggiore è l'utilizzo degli smartphone, più intensa sarà l'attivazione cerebrale in risposta al tocco di alcune dita: a dirlo è una ricerca svizzera pubblicata su Current Biology.

LABORATORI TASCABILI. Un gruppo di neuroscienziati dell'Università e del Politecnico Federale di Zurigo ha voluto investigare il concetto di plasticità cerebrale - la capacità del cervello di modificare la propria struttura in base all'attività neurale, per esempio in risposta a stimoli esterni - applicato all'uso dei dispositivi mobili. Non solo l'utilizzo dei touchscreen ha cambiato il modo di usare le dita; gli smartphone sono anche in grado di registrare ogni singolo tocco che ricevono, diventando vere e proprie "miniere" di dati a portata di tasca.

PIÙ SENSIBILI. I ricercatori guidati dal neuroinformatico Arko Ghosh hanno seguito per 10 giorni 37 volontari (di cui 27 possessori di smartphone, e 10 irriducibili amanti dei cellulari con la tastiera vecchio stile) chiedendo loro di compiere test focalizzati sull'utilizzo di pollice, indice e medio. L'elettroencefalografia ha registrato la risposta della corteccia al tocco di ciascuna di queste dita: negli utilizzatori di smartphone, l'attività cerebrale è apparsa intensificata quando pollice, indice e medio venivano in contatto con qualunque superficie.

DITO "BIONICO". L'attivazione cerebrale è risultata direttamente proporzionale all'uso che ciascun soggetto ha fatto del cellulare. Il pollice si è dimostrato persino sensibile alle variazioni giornaliere di utilizzo dello smartphone: minore era il tempo trascorso dall'ultima sessione di intenso contatto con il touchscreen, maggiore è risultata l'attivazione cerebrale indotta dal contatto del pollice con qualunque altra superficie.

IN CONTINUO AGGIORNAMENTO. Secondo i ricercatori i movimenti ripetuti delle dita sulla superficie del touchscreen rimodellano il modo di processare le informazioni tattili provenienti dalle mani, e fanno sì che il cervello aggiorni di giorno in giorno la rappresentazione che ha dei polpastrelli. «L'elaborazione sensoriale corticale nel cervello di oggi è continuamente plasmata dall'uso delle tecnologie digitali» commenta Ghosh.

TASTI DOLENTI. Un fatto che si traduce in un'aumentata sensibilità, ma che potrebbe avere conseguenze meno piacevoli. L'alterazione della corteccia somatosensoriale, che presiede il senso del tatto, potrebbe essere all'origine di alterate percezioni del dolore. Maggiori ricerche occorreranno per capire se l'uso dei touchscreen possa avere effetti anche in questo senso.

Commenti

Post popolari in questo blog

Dengue, aumentano i casi in Italia: da dove arriva e perché sta crescendo il virus delle zanzare

Sono 500 i casi di Dengue confermati nel nostro Paese da gennaio 2024. Il maxi focolaio di Fano con oltre 100 contagi fa temere un'ulteriore diffusione.     Sangue in provetta L'aumento vertiginoso dei casi di  Dengue  – infezione trasmessa dalle zanzare del genere  Aedes , come la zanzara tigre – fa salire l'attenzione su una malattia che l'Oms aveva già inserito tra le  10 minacce per la salute globale  ancor prima dell'ondata epidemica attuale. I timori si alimentano anche in Italia, con il recente focolaio scoppiato a Fano, nelle Marche, che finora registras 102 casi accertati e altri dieci probabili.   Già il 2023 era stato un anno record, con oltre  6 milioni di contagi  e casi autoctoni registrati anche in zone, come l'Europa e l'Italia, in cui la malattia non è normalmente presente (ma è a volte diagnosticata nei viaggiatori provenienti da aree a rischio). Tuttavia, le cifre relative ai primi mesi del 2024 sono state capaci di sb...

Impiantato un cuore artificiale che funziona come i treni a levitazione magnetica maglev

  Un uomo ha vissuto per 8 giorni con un cuore artificiale che pompa sangue sfruttando la levitazione magnetica: è andato tutto bene e presto ripeteremo l'operazione su un altro paziente.     Il cuore artificiale totale (TAH) in titanio prodotto dall’azienda BiVACOR. Lo scorso luglio  è stato trapiantato per la prima volta   un cuore artificiale in titanio che funziona con la stessa tecnologia che fa correre sulle rotaie i  maglev , i treni superveloci a levitazione magnetica . Il TAH (acronimo che viene dall'inglese  total artificial heart ) è stato impiantato in Texas in un paziente statunitense di 58 anni in attesa di un cuore umano, e  l'ha tenuto in vita per otto giorni senza dare alcun effetto collaterale , finché il paziente stesso non è stato sottoposto a trapianto. Cuore sospeso.  Il cuore artificiale, grande quanto un pugno, non è sottoposto ad usura meccanica:  l'unica parte che si muove, infatti, è un piccolo rotore interno c...

Il legame (negativo) tra bevande zuccherate e malattie cardiovascolari

  Bere bevande zuccherate aumenta il rischio di soffrire di malattie cardiovascolari: meglio concedersi un dolcetto ogni tanto.     Bevande zuccherate? Se ci tieni alla salute del tuo cuore, meglio di no. È meglio bere una bevanda zuccherata o mangiare un dolcetto? Stando a quanto scoperto da uno studio  pubblicato su  Frontiers in Public Health , la seconda. Analizzando l'impatto del consumo di zucchero sul rischio di soffrire di malattie cardiovascolari, i ricercatori hanno infatti scoperto che  bere bibite zuccherate aumenta il rischio di venire colpiti da ictus, insufficienza cardiaca, fibrillazione atriale e aneurisma . «La cosa più sorprendente è stata scoprire che diverse fonti di zucchero aggiunto hanno un impatto differente sul rischio di malattie cardiovascolari», commenta  Suzanne Janzi , una degli autori, sottolineando l'importanza di considerare non solo  quanto  zucchero consumiamo, ma anche  di che tipo . Lo studio.  ...