Passa ai contenuti principali

Gli europei hanno origine da tre antiche "tribù"

Un'analisi del patrimonio genetico di migliaia di europei ridisegna il nostro albero genealogico: noi europei arriviamo tutti da tre popolazioni: gli agricoltori del Medioriente, i cacciatori autoctoni e i siberiani del nord della Russia.

Il teschio di uno degli scheletri che ha permesso di scoprire chi furono i nonni degli europei attuali.

Sono tre le antiche popolazioni che si sono fuse tra loro a dare origine alla maggior parte degli europei dei nostri giorni. Oltre ai gruppi di agricoltori che sono giunti dal vicino Medioriente e ai cacciatori europei originari dell’Europa, un altro gruppo di popolazioni siberiane migrò in Europa per fondersi con le altre “tribù”.

A queste conclusioni è giunta una ricerca pubblicata su Nature che si basa sull'analisi del patrimonio genetico degli europei e che dipinge un quadro più complesso di quel che si immaginava finora.

DALLA SIBERIA IN EUROPA E IN AMERICA. Sembra che la popolazione che arrivò dalle steppe dell’Eurasia giunse in Europa circa 7.000 anni anni, qualche tempo dopo la diffusione dell’agricoltura.  A questo gruppo originario della Siberia appartenevano anche gli antenati dei nativi americani.

Il tutto sembra incredibile, ma secondo David Reich della Harvard Medical School che ha realizzato lo studio, i dati statistici sulle analisi del DNA parlano fin troppo chiaro. Spiega il ricercatore: «Non ci sarebbe dubbi sul fatto che gli europei dei nostri giorni siano discendenti di una popolazione europea già presente a cui se ne aggiunse un’altra non- euroasiatica. E sembra chiaro che alcuni membri di tale popolazione contribuirono a colonizzare le Americhe più di 15.000 anni fa, mentre altri sono migrati in Europa».
Le tre popolazioni giunte in Europa nel passato e da cui hanno avuto origine gli europei dei nostri giorni.
L’ipotesi di Reich è suffragata dal fatto che prima della sua analisi altri ricercatori avevano scoperto che esisteva una sorta di lacuna nell’immaginare che la popolazione europea fosse derivata solo dai locali cacciatori-raccoglitori giunti probabilmente in Europa circa 75.000 anni fa, che si erano fusi con gli agricoltori del Medioriente, arrivati 8-10.000 anni or sono. Sembrava che ci fosse una popolazione “fantasma” oltre a queste due, di cui però non si avevano prove. 
SIAMO SIBERIANI AL 20%. Poi è giunta la scoperta di due scheletri portati alla luce in Siberia risalenti rispettivamente a 24.000 e 17.000 anni or sono il cui DNA mostra affinità con gli europei e nordamericani. Successive analisi, che hanno preso in considerazione il DNA di oltre 2.000 persone di 203 popolazioni attuali e 9 scheletri del passato hanno trasformato quella popolazione fantasma nei siberiani scesi in Europa.

In ogni caso il patrimonio genetico dei siberiani interessa quello degli europei attuali per non più del 20%, anche se per i lituani arriva anche al 50%. Secondo i ricercatori comunque, il quadro potrebbe essere ancora più complesso, ma per esserne certi ci vogliono ulteriori ricerche.

Commenti

Post popolari in questo blog

CoViD-19: un nuovo studio sui danni cardiaci

  Uno studio denuncia i danni provocati dal virus della covid su colture di cellule cardiache umane: un esperimento di laboratorio che deve però essere verificato. La CoViD-19, da tutti nota per essere una patologia polmonare, causerebbe anche danni al cuore: su questo aspetto della malattia, ancora poco noto e sul quale si sta  ancora studiando , indaga  uno studio preliminare , non ancora verificato in peer review, ma «dovevo pubblicare ciò che ho scoperto!», ha dichiarato Todd McDevitt, uno degli autori della ricerca. Gli esperimenti effettuati in vitro dai ricercatori restituiscono un quadro poco roseo: il SARS-CoV-2, il coronavirus che causa la covid, danneggerebbe le fibre muscolari che permettono al cuore di battere, fino a  ridurle in pezzettini . «Una carneficina di cellule umane», l'ha definita Bruce Conklin, uno degli autori. MUSCOLI SOTTO ATTACCO.  È importante sottolineare che  lo studio è stato effettuato su campioni di cellule in vitro . I ricercatori hanno analizzat

Le idee di Darwin per rigenerare le foreste

  Più di un secolo fa, Darwin suggerì un metodo alternativo per ripiantare le foreste, e ora lo stiamo finalmente ascoltando.     La foresta di Białowieża, in Polonia.  L'origine delle specie  è uno dei libri più famosi, influenti e importanti dei nostri tempi – un'osservazione forse non particolarmente originale, ma indiscutibile. Il saggio di  Charles Darwin  pubblicato nel 1859 ha cambiato il nostro modo di vedere il mondo e soprattutto i viventi, e contiene una quantità infinita di idee e spunti che sono stati poi approfonditi nei successivi 150 anni, andando a costituire la base della teoria evoluzionistica (e non solo). RIFORESTAZIONE E GAS SERRA.  Si tratta di un libro talmente denso che ancora oggi, rileggendolo, scopriamo passaggi illuminanti: è quanto raccontano su  The Conversation  Rob MacKenzie e Christine Foyer dell'Università di Birmingham, che si occupano rispettivamente di atmosfera e di piante. I due docenti raccontano che  L'origine delle specie  cust

Le nuove immagini della nebulosa dell'Aquila

Li chiamano i pilastri della creazione, perché là stanno nascendo nuove stelle e quindi nuovi pianeti. Sono alcune parti della nebulosa dell'Aquila. Il telescopio Hubble li ha fotografati più volte, la prima volta nel 1995. E ora a 20 anni di distanza le nuove foto sono davvero bellissime. E spiegano che cosa sta succedendo in una nursery stellare. Per festeggiare i suoi primi 25 anni di lavoro ( l'anniversario sarà il 24 aprile ),  il telescopio Hubble ha scattato una nuova immagine dei cosidetti  "Pilastri della Creazione"  che si trovano nella Nebulosa dell'Aquila e che furono fotografati per la prima volta nel 1995. La prima foto delle tre enormi e dense colonne di gas e polvere interstellari che racchiudono migliaia di stelle in formazione, è stata giustamente definita una delle 10 migliori immagini scattate da Hubble (vedi gallery sotto). Ma non è soltanto magnifica: ha contribuito ad aumentare notevolmente la nostra comprensione dei fenomeni di