Quello dei sonnambuli che, durante il sonno, si limiterebbero a camminare, è solo un cliché. Durante questa "attività automatica" notturna, c'è infatti anche chi parla, fa sesso, dipinge e... uccide.
Secondo le statistiche ne soffrirebbe tra il 2 e il 3% della popolazione adulta. Ma per fortuna gli episodi di sonnambulismo, che la medicina iscrive alla vasta categoria dei disturbi del sonno (o parasonnie), non avvengono tutte le notti ma, all'incirca, una o due volte al mese. Ed è una buona notizia, perché se è vero che la maggior parte dei sonnambuli si limita a vagare per casa, alcuni di loro adottano invece comportamenti decisamente inaspettati durante il sonno.
FARE SESSO. Uno dei più diffusi (e misteriosi) è la sexsonnia, una condizione che induce le persone a compiere atti sessuali nel sonno. Senza esserne consapevoli, chi ne soffre può impegnarsi nel sesso - da solo o con un partner - e non ricordarlo al risveglio. Sia gli uomini che le donne sperimentano la condizione, sebbene sia più comune negli uomini.
La sexsonnia può essere una condizione pericolosa, sia per chi ne soffre sia per chi gli sta attorno, poiché in quello stato non si prendono ovviamente in considerazione gli aspetti legati al consenso.
Nel 2007 una giuria inglese ha scagionato un militare della Royal Air Force per stupro dopo aver appurato che soffriva proprio di sexsonnia. Kenneth Ecott, da ubriaco, aveva abusato di una ragazza priva di sensi dopo una festa. La giuria ha considerato che durante quell'evento il cervello si trovasse in uno stato come di "automatismo". Le cronache riportano che nei tribunali, soprattutto negli Usa, avvocati abbiano tentato di giustificare la condotta dei propri assistiti evocando la scusante della sexsonnia. Ma non sempre le giurie ci cascano.
SPOGLIARSI. Trovarsi nudi in pubblico è un comune sogno d'angoscia, ma per molti sonnambuli può trasformarsi in realtà, al punto che alcune catene di hotel, come i Travelodge inglesi, hanno addestrato il proprio staff a trattare con i sonnambuli nudi che vagano su e giù per i corridoi. Il problema sembra essere quasi esclusivamente maschile, con gli ospiti confusi che si presentano alla reception. Si pensa che lo stress probabilmente aumenti la probabilità di un evento di questo genere e che l'alcol o l'ambiente non familiare possano esacerbarlo, accentuando ulteriormente lo stato di confusione. I sonnambuli possono essere convinti di essere in casa o di essere entrati in bagno, mentre in realtà stanno vagando nella hall di un grande albergo.
A proposito di sonno: ma che cosa dicono quelli che parlano mentre dormono? | SHUTTERSTOCK
PARLARE. Niente paura, tutti parliamo nel sonno. Tuttavia, alcune persone tengono intere conversazioni con se stessi. Lo sleeptalking, o sonniloquio, potrebbe sembrare del tutto incomprensibile per coloro che sono svegli, ma è perfettamente logico per il sonnambulo.
La medicina ci dice che lo sleeptalking può essere accentuato dalla privazione del sonno, dallo stress e dall'uso di droghe e alcol. I ricercatori hanno scoperto che molti soliloqui notturni sono costituiti da parole negative, come "no", e da… parolacce.
FARE COSE CREATIVE. Forse c'è qualcosa nell'inconscio che scatena la nostra creatività. Nel 2015, una ragazza di 13 anni è stata filmata mentre suonava il pianoforte nel sonno. Anche se il caso più noto è quello di Lee Hadwin, un artista gallese che ha fatto fortuna vendendo quadri che crea nel sonno. Il bello è che, a suo dire, non sarebbe in grado di disegnare da sveglio: produce le sue opere nel mezzo cuore della notte, senza averne mai ricordo al mattino. I critici si dividono, per alcuni si tratta di vera arte, per altri sarebbero semplicemente "scarabocchi". Fatto sta che Hadwin è riuscito a vendere le sue opere a compratori di tutto il mondo, incluso… Donald Trump.
UCCIDERE. Nel 2009 Brian Thomas un cittadino del Galles è stato assolto dall'omicidio della moglie durante un momento di sonnambulismo. Thomas ne soffriva da sempre e per questo dormiva in una stanza separata da sua moglie, ma in quella circostanza si trovavano in vacanza e condividevano il letto nel loro camper. Thomas prendeva farmaci antidepressivi, che lo aiutavano ad alleviare i sintomi, ma aveva smesso di prenderli proprio in concomitanza col viaggio.
Quando i giudici esaminarono le sue telefonate alla polizia e le sue cartelle cliniche capirono che l’atto atroce era avvenuto durante una fase di disturbo da terrore notturno di cui Thomas soffriva da quando era bambino. E arrivò l’assoluzione da parte della giuria. Come scrive il Guardian: “Alla giuria fu spiegato che il disturbo del sonno di Thomas ha fatto sì che si trovasse in uno stato di "automatismo" - la sua mente non aveva il controllo del suo corpo. È possibile che abbia sofferto di terrori notturni particolarmente gravi perché aveva sospeso le sue normali cure".
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