Passa ai contenuti principali

Perché uno tsunami in Indonesia senza terremoto?

Che cos'è successo in Indonesia? Che cosa ha provocato lo tsunami? La causa è probabilmente da ricercare in una grande frana sottomarina precipitata dalle pendici del vulcano Krakatoa.

shutterstock_12107743271
Il vulcano Krakatoa in eruzione. È uno dei vulcani più pericolosi del pianeta. Dalle sue pendici un frana ha causato un violento tsunami.

C'è molta confusione attorno allo Stretto della Sonda, tra le isole indonesiane di Giava e Sumatra, dove uno tsunami ha ucciso centinaia di persone e ne ha ferite migliaia. Siamo abituati a collegare gli tsunami con violenti terremoti che avvengono in mare, ma questa volta l'onda anomala non è stata causata da un sisma bensì, molto probabilmente, da una frana sottomarina, lungo le pendici di uno dei più pericolosi vulcani del pianeta: Anak Krakatoa. 
Il Krakatoa dal satellite in eruzione | GALLO IMAGES / ORBITAL HORIZON / COPERNICUS SENTIN
UN’AREA RICCA DI VULCANI ESPLOSIVI Il vulcano si trova nelle punto di scontro tra la placca indiana e il lembo meridionale di quella euroasiatica, un area dove si verificano continuamente violenti terremoti e dove hanno preso corpo numerosi vulcani esplosivi. In questo momento lungo l'arcipelago indonesiano ci sono una ventina di vulcani attivi. Negli ultimi mesi diversi hanno eruttato grandi quantità di lave causando anche terremoti.

Il Krakatoa fa particolarmente paura perché nel 1883 causò una delle più violente eruzioni vulcaniche della storia dei nostri giorni. In quel caso lo tsunami produsse onde alte più di 40 metri che uccisero 30.000 persone. Altre migliaia vennero uccise dal materiale emesso dal vulcano. Venne calcolato che quell’eruzione sviluppò un'energia che potrebbe essere  paragonata a 13.000 volte l'energia che sviluppò la bomba sganciata su Hiroshima nel 1945.
In quel caso l'eruzione fu così violenta che le onde sismiche che si propagano fecero ripetutamente il giro del pianeta. La quantità di materiale che venne emessa nell'atmosfera fece diminuire la temperatura del pianeta al punto tale che l'anno successivo causò drammatiche carestie nel nord del mondo, tanto che quell’anno viene  ricordato come l’”anno senza estate”.

L’eruzione fece scomparire l’isola, che poi, lentamente, nuove eruzioni fecero riemergere e dal 1927 esiste la nuova isola viene chiamata Anak Krakatoa, ossia figlio del Krakatoa.
Oggi l'isola è chiamata Anak Krakatoa, un'isola sorta dopo la violentissima eruzione del 1883 | SHUTTERSTOCK
LA FRANA. Lo tsunami delle ultime ore tuttavia, non è stato causato da un terremoto legato ad una violenta emozione, bensì ad una frana che è scivolata lungo i fianchi del vulcano al di sotto della superficie del mare. Le lave di un’eruzione infatti, prima di stabilizzarsi, rimangono per molto tempo in uno stato di non equilibrio e talora può franare. In questo caso è estremamente difficile dare l'allarme perché è molto arduo individuare il momento e il luogo in cui si verifica una frana sottomarina. La situazione rimane in evoluzione perché non è detto che la frana sia arrivata sul fondo dell'oceano e non è detto che altre frane non possano scivolare nuovamente.

È estremamente necessario dunque, che le popolazioni che vivono lungo le coste che potrebbero essere interessate da nuovi tsunami si spostino verso l'interno delle isole.

Commenti

Post popolari in questo blog

CoViD-19: un nuovo studio sui danni cardiaci

  Uno studio denuncia i danni provocati dal virus della covid su colture di cellule cardiache umane: un esperimento di laboratorio che deve però essere verificato. La CoViD-19, da tutti nota per essere una patologia polmonare, causerebbe anche danni al cuore: su questo aspetto della malattia, ancora poco noto e sul quale si sta  ancora studiando , indaga  uno studio preliminare , non ancora verificato in peer review, ma «dovevo pubblicare ciò che ho scoperto!», ha dichiarato Todd McDevitt, uno degli autori della ricerca. Gli esperimenti effettuati in vitro dai ricercatori restituiscono un quadro poco roseo: il SARS-CoV-2, il coronavirus che causa la covid, danneggerebbe le fibre muscolari che permettono al cuore di battere, fino a  ridurle in pezzettini . «Una carneficina di cellule umane», l'ha definita Bruce Conklin, uno degli autori. MUSCOLI SOTTO ATTACCO.  È importante sottolineare che  lo studio è stato effettuato su campioni di cellule in vitro . I ricercatori hanno analizzat

Le idee di Darwin per rigenerare le foreste

  Più di un secolo fa, Darwin suggerì un metodo alternativo per ripiantare le foreste, e ora lo stiamo finalmente ascoltando.     La foresta di Białowieża, in Polonia.  L'origine delle specie  è uno dei libri più famosi, influenti e importanti dei nostri tempi – un'osservazione forse non particolarmente originale, ma indiscutibile. Il saggio di  Charles Darwin  pubblicato nel 1859 ha cambiato il nostro modo di vedere il mondo e soprattutto i viventi, e contiene una quantità infinita di idee e spunti che sono stati poi approfonditi nei successivi 150 anni, andando a costituire la base della teoria evoluzionistica (e non solo). RIFORESTAZIONE E GAS SERRA.  Si tratta di un libro talmente denso che ancora oggi, rileggendolo, scopriamo passaggi illuminanti: è quanto raccontano su  The Conversation  Rob MacKenzie e Christine Foyer dell'Università di Birmingham, che si occupano rispettivamente di atmosfera e di piante. I due docenti raccontano che  L'origine delle specie  cust

Le nuove immagini della nebulosa dell'Aquila

Li chiamano i pilastri della creazione, perché là stanno nascendo nuove stelle e quindi nuovi pianeti. Sono alcune parti della nebulosa dell'Aquila. Il telescopio Hubble li ha fotografati più volte, la prima volta nel 1995. E ora a 20 anni di distanza le nuove foto sono davvero bellissime. E spiegano che cosa sta succedendo in una nursery stellare. Per festeggiare i suoi primi 25 anni di lavoro ( l'anniversario sarà il 24 aprile ),  il telescopio Hubble ha scattato una nuova immagine dei cosidetti  "Pilastri della Creazione"  che si trovano nella Nebulosa dell'Aquila e che furono fotografati per la prima volta nel 1995. La prima foto delle tre enormi e dense colonne di gas e polvere interstellari che racchiudono migliaia di stelle in formazione, è stata giustamente definita una delle 10 migliori immagini scattate da Hubble (vedi gallery sotto). Ma non è soltanto magnifica: ha contribuito ad aumentare notevolmente la nostra comprensione dei fenomeni di