Può un moscerino minacciare l'ecosistema di un'isola polare? Sì, se è un assiduo decompositore di suolo, privo di predatori naturali. Gli occhi dei biologi sono puntati sull'Eretmoptera murphyi, involontario turista antartico e per ora ospite sgradito.
Isole antartiche: c'è chi le trova accoglienti.
Tra le specie aliene (cioè non native) presenti in Antartide, una in particolare sta destando la preoccupazione degli scienziati, perché minaccia i già delicati equilibri di un ecosistema da sempre isolato. Ancora più curioso è che si tratti di un moscerino, per di più non in grado di volare - l'Eretmoptera murphyi - che durante un esperimento sulle piante, negli anni '60, si prese un passaggio clandestino per un migliaio di km dall'isola subantartica della Georgia del Sud, suo territorio naturale, all'isola di Signy Island - a meno di 600 km dalla più vicina costa dell'Antartide.
UN TIPO INVADENTE. Nella nuova casa, forestiero e al riparo dai predatori tipici, il moscerino si è moltiplicato fino a raggiungere una biomassa (il peso totale degli esemplari di una specie) da due a cinque volte superiore quella di tutti gli artropodi dei luoghi che colonizza. Un gruppo di scienziati dell'Università di Birmingham e della British Antarctic Survey ha studiato le capacità di adattamento della bestiola alle rigide condizioni polari e concluso che la sua presenza sull'isola minaccia di incrinarne gli equilibri ecosistemici.
Da sorvegliare: alieni (anche) nel Mediterraneo.
EFFETTI SUL TERRENO. Il moscerino si nutre della materia organica presente nel suolo: è, insomma, un decompositore, in un ambiente che non ha mai conosciuto neanche i lombrichi (decompositori per eccellenza). La sua attività rilascia grandi volumi di nutrienti nel terreno, con livelli di azoto 3-4 volte più alti nelle aree colonizzate rispetto a quelle che non ha ancora raggiunto.
Questo fenomeno influenza composizione e struttura del suolo. Dove il moschino abbonda, sono visibili maggiori quantità di terreno smosso e banchi di muschio più sottili, in un'isola che accoglie le più importanti distese di muschi antartici e le due uniche specie di piante da fiore del continente ghiacciato. Altre specie poco visibili potrebbero approfittare del crescente flusso di turisti in questa parte di Pianeta per ampliare la propria sfera di influenza, incuranti di destabilizzare relazioni e incastri immutati da secoli.
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