Si possono fare previsioni meteo a cinque anni? Il servizio meteorologico inglese spiega come e perché le temperature aumenteranno.
L'immagine illustra lo scostamento delle temperature del 2015 rispetto alle media media delle temperature registrate nel periodo 1951-1980.
Il 2015 è stato l'anno più caldo di sempre, ma nei prossimi cinque anni potrebbe fare ancora più caldo, forse con una pausa nel 2017, quando a El Niño subentrerà la Niña. Non è una previsione meteo, quella delMet Office, il servizio meteorologico nazionale del Regno Unito, perché, come la stessa agenzia precisa, "non è possibile prevedere il tempo per i mesi e gli anni a venire". Le previsioni meteorologiche sono infatti affidabili da 5 ore a 5 giorni al massimo: tuttavia, utilizzando modelli statistici e incrociando diversi dati e situazioni, si possono ipotizzare gli scenari possibili per i prossimi anni o, per dirla con il Met Office, "si possono isolare scenari più probabili di altri".
Sulla base di questi modelli, che sono oggi tra i più affidabili e "consistenti" tra quelli usati per le proiezioni climatiche, il Met Office disegna un futuro in cui le temperature globali continueranno a salire per effetto sia dell'accumulo dei gas serra nell'atmosfera, sia di El Niño, il fenomeno climatico che si verifica ciclicamente nell'Oceano Pacifico alzandone la temperatura di superficie e il livello, provocando inondazioni e siccità nelle aree interessate e condizionando il clima su scala globale.
La temperatura nei prossimi cinque anni dovrebbe aumentare tra 0,28 e 0,77 °C rispetto alla media del periodo 1981-2010 (nel 2015 è stata superiore di 0,44 °C), mantenendosi probabilmente nella metà superiore della gamma di riscaldamento prevista dal modello di proiezione usato dal Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (Ipcc).
L'anno più caldo del prossimo quinquennio dovrebbe essere proprio questo, il 2016, che «potrebbe benissimo essere un altro anno record», ha affermato Doug Smith, uno degli esperti del Met Office per le proiezioni climatiche a lungo termine. Poi, nel 2017, potrebbe esserci una pausa, forse perfino un lieve raffreddamento del pianeta, per effetto dell'abbandono del Niño e dell'emergere del fenomeno contrario, la Niña. Nei tre anni successivi, però, il mondo continuerà a subire l'aumento delle temperature.
Subiremo dunque ancora gli effetti del riscaldamento globale, in attesa che comincino a prendere forma gli accordi della Conferenza di Parigi (vedi lo Speciale di Focus.it sulla COP21) e che la consapevolezza dei rischi che stiamo correndo convinca i Paesi firmatari dell'accordo sul clima ad attuare - e possibilmente anticipare - le misure previste per cercare di contenere l'aumento della temperatura media globale a +1,5 °C rispetto ai livelli preindustriali.
Agli scettici e ai negazionisti che incolpano del troppo caldo solo El Niño e non le emissioni delle attività umane, Smith replica che gli effetti della ENSO (El Niño-Southern Oscillation) in questo ultimo ciclo sono stati maggiori rispetto ai cicli precedenti, e che il differenziale negativo è dovuto proprio al riscaldamento di fondo provocato dall'aumento dei livelli di anidride carbonica nell'atmosfera, che sono oggi superiori a quelli registrati nel 1997-98.
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