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Ecco il taser, la pistola che spara le scariche elettriche: come funziona?

La polizia americana lo usa già da un po', in Italia inizierà a essere impiegato tra qualche mese (ma la sperimentazione è già partita): è il taser, il dissuasore elettrico usato per rendere inoffensivi gli individui pericolosi. Come funziona? Comporta qualche rischio?

taser

Si chiama taser, è una pistola che “spara” scariche elettriche per immobilizzare i malintenzionati. È impiegata da qualche anno dalle polizie di molti Paesi del mondo (Usa, Regno Unito, Francia e un altro centinaio) e da settembre 2018 è sperimentata anche in 11 città italiane: tra qualche mese dovrebbero averlo in dotazione gli agenti di pubblica sicurezza in tutto il nostro Paese.

Il nome deriva dal titolo di un romanzo americano per ragazzi (Tom Swift and his electric rifle, 1911), il cui protagonista, in un viaggio in Africa, inventa un fucile elettrico per difendersi da cannibali e animali selvatici.

COME È FATTO?  Il taser interagisce con il sistema nervoso della “vittima”, provocando una temporanea paralisi muscolare: è usato dagli agenti di polizia in quelle situazioni di pericolo (per esempio, in caso di resistenza armata durante un arresto) dove l’uso delle armi tradizionali è ritenuto eccessivo; oppure da privati cittadini per la propria difesa.
Un modello di taser con l'indicazione dei principali componenti: la descrizione è nel testo dell'articolo.
Grilletto (1, nell'immagine): premendolo e rilasciandolo, si innesca una scarica di 5 secondi, con circa 20 impulsi elettrici al secondo. Tenendolo premuto in modo continuo , la scarica va avanti finché non si rilascia il grilletto.
Cartucce (2): sono due, ciascuna può lanciare una coppia di dardi a 7 oppure a 11 metri di distanza, a seconda del tipo. Il propellente impiegato è azoto gassoso compresso.
Dardi e cavi (3)dardi sono freccette metalliche sottili, espulse a circa 90 metri al secondo, e sono in grado di passare anche attraverso gli abiti (ma non è indispensabile affinché funzioni correttamente). Restano collegate alla cartuccia attraverso cavi rivestiti di materiale isolante.
Etichette Afid (4)assomigliano a coriandoli e hanno un numero identificativo: sono rilasciati dalla cartuccia per individuare quale pistola ha sparato e quante volte. 
Led e laser (5): due puntatori laser mostrano i probabili punti di impatto dei due dardi. Accanto, ci sono illuminatori led, di intensità regolabile, per l’uso notturno.
Sicura (6): come nelle pistole tradizionali, serve a prevenire l’uso accidentale. È presente su entrambi i lati per favorire l’uso anche per chi è mancino.
Display (7): un piccolo schermo mostra informazioni sulla durata della batteria, sulla gittata della cartuccia impostata e su eventuali anomalie.
Batteria e telecamera (8): nel calcio della pistola c’è la batteria, estraibile, sufficiente per 500 scariche. Alcuni modelli hanno anche una telecamera che si attiva in caso di “sparo”: utile per una successiva ricostruzione
Elettrodi (9): sono quattro, sulla parte frontale: una volta esaurite le cartucce, consentono di innescare una scarica per contatto, in un corpo a corpo.

COME SI USA. Premendo il grilletto si determina l’espulsione dei due dardi che, grazie ai due cavi metallici, formano un circuito elettrico che si chiude, al momento dell’impatto, con il corpo della vittima: a questo punto, si innesca la scarica paralizzante e la persona resta immobilizzata.
Axon, il produttore del modello più usato al mondo, consiglia nelle “istruzioni per l’uso” di mirare verso gambe e parte bassa del torace, evitando invece zone “sensibili” come testa, occhi, gola e petto. Inoltre, prima di premere il grilletto, la raccomandazione è di valutare se, dopo l’impatto dei dardi, la persona possa rischiare di cadere in acqua o su oggetti pericolosi.

EFFETTI COLLATERALI. Basteranno queste attenzioni? Perplessità giungono da alcuni cardiologi: se è vero che l’intensità della corrente è tale da non destare preoccupazioni per le persone sane, qualche rischio per il cuore potrebbero correrlo, per esempio, le persone che assumono cocaina. Uno studio (non recente, del 2009) commissionato da Axon rivelava come nel 99,75% dei  asi l’uso del taser non avesse determinato danni o lesioni serie, ma solo escoriazioni o semplici graffi, e che nessuna morte era stata provocata. Amnesty International sostiene invece che, dal 2001, il numero di morti causate direttamente o indirettamente dal taser sia di circa un migliaio.

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