Passa ai contenuti principali

I cambiamenti climatici rendono l'alpinismo sempre più rischioso

L'alpinismo deve tenere conto di un ambiente di montagna in continua mutazione a causa dei cambiamenti climatici.

cambiamenti-climatici_alpinismo
Cambiamenti climatici - Le montagne sono ambienti sempre più pericolosi per l'alpinismo, a causa dello scioglimento dei ghiacci prodotto dall'aumento delle temperature.

Quasi ovunque nel mondo l'alpinismo d'alta quota è un'attività sempre più pericolosa a causa dei cambiamenti climatici. L'allarme non arriva dalle guide alpine, né da alpinisti di vario livello, ma da esperti e scienziati che tutti dovrebbero ascoltare. Frane e valanghe diventano sempre più frequenti anche dove mai prima si verificavano: parliamo di sport e di sfide, tralasciando per l'occasione ciò che questo significa per l'ambiente e le popolazioni. Per quanto riguarda le sfide, i cambiamenti mettono a rischio chi fa alpinismo su pareti di roccia e ghiaccio, molto più a rischio che non decenni fa.

Cambiamenti climatici: nuovi rischi per l'alpinismo
Il permafrost, ossia lo strato di suolo permanentemente ghiacciato, si sta fondendo anche in montagna, favorendo il distacco di rocce e ghiacci. | LUIGI BIGNAMI
L'allarme sui cambiamenti della montagna è stato uno dei temi del recente meeting della Union Internationale des Associations d'Alpinisme (UIAA), che naturalmente si occupa anche di sicurezza in montagna. Uno degli studi presentati ha passato in rassegna molti itinerari di salita del Monte Bianco, che negli Anni Settanta erano ritenuti sicuri o abbastanza sicuri (per alpinisti preparati), ora non lo sono più, e alcuni si sono dovuti abbandonare per sempre per la loro pericolosità. Jacques Mourey (Université Grenoble Alpes) scrive su Arctic, Antarctic and Alpine Research che «i periodi durante i quali molte vie alpinistiche possono essere scalate in buone condizioni si sono spostati dall'estate alla primavera o all'autunno, perché durante la stagione più calda sono diventate pericolose e tecnicamente più impegnative».

LA SCOMPARSA DEL PERMAFROST. Uno studio del 2017 su diversi massicci del Monte Bianco aveva già messo in luce un significativo degrado del permafrost, causa prima del pericolo di frane su pareti rocciose un tempo ritenute estremamente sicure. La questione non riguarda solamente il Monte Bianco: numerose arrampicate su ghiaccio di vie classiche nelle Alpi orientali sono state pesantemente caratterizzate da caduta di massi e pietre durante l'estate e l'inizio dell'autunno 2019 - una situazione che deve essere tenuta in seria considerazione dagli escursionisti di ogni genere.

Cambiamenti climatici: nuovi rischi per l'alpinismo
Anche le Dolomiti risentono dei cambiamenti climatici: numerose sono le frane registrate negli ultimi anni. | LUIGI BIGNAMI
OLTRE LE ALPI. Un aiuto per comprendere come le montagne siano "cambiate" viene dai libri: in particolare dalle guide alpinistiche scritte nel corso dei decenni. Spiega il geografo Arnaud Tremme (Wageningen University, Paesi Bassi): «La guida più antica tra le dozzine d'uso più frequente per studiare le salite è stata scritta oltre 145 anni fa: leggendo la descrizione di quelle vie si comprende subito come e quanto siano mutate nel tempo». Anche la tecnologia aiuta: sul Cervino sono stati posti numerosi sensori per rilevare lo stato delle pareti e dai dati è evidente quanto il cambiamento sia stato veloce e profondo - e alcune vie alpinistiche non dovrebbero più essere percorse.

ghiacciaio di Planpinceaux
Ghiacciaio di Planpincieux: le frecce indicano la linea di frattura tra il corpo del ghiacciaio (stabile) e il fronte (che si è staccato e scivola verso valle). Per approfondire: il monitoraggio del ghiacciaio di Planpincieux|
Dall'altra parte del mondo succede uguale: sulle montagne neozelandesi, per esempio, le salite sull'Aoraki Mount Cook sono diventate più complesse e pericolose. Stessa cosa per molte vette nel nord-ovest del Pacifico degli Stati Uniti: in alcuni caso non è più possibile arrampicarsi.

Meno accentuata è la situazione sull'Himalaya, anche se, secondo Tshering Pande Bhote, vicepresidente della Nepal National Mountain Guides Association, si registra un aumento nell'apertura di crepacci, probabilmente per via della maggiore fusione del ghiaccio a contatto con la roccia. E cosa del tutto nuova, anno dopo anno, sono evidenti sempre più laghetti che si formano sul ghiacciaio del Khumbu, alla base dell'Everest, e questo indubbiamente a causa della rapida fusione in atto del ghiacciaio stesso.

Commenti

Post popolari in questo blog

CoViD-19: un nuovo studio sui danni cardiaci

  Uno studio denuncia i danni provocati dal virus della covid su colture di cellule cardiache umane: un esperimento di laboratorio che deve però essere verificato. La CoViD-19, da tutti nota per essere una patologia polmonare, causerebbe anche danni al cuore: su questo aspetto della malattia, ancora poco noto e sul quale si sta  ancora studiando , indaga  uno studio preliminare , non ancora verificato in peer review, ma «dovevo pubblicare ciò che ho scoperto!», ha dichiarato Todd McDevitt, uno degli autori della ricerca. Gli esperimenti effettuati in vitro dai ricercatori restituiscono un quadro poco roseo: il SARS-CoV-2, il coronavirus che causa la covid, danneggerebbe le fibre muscolari che permettono al cuore di battere, fino a  ridurle in pezzettini . «Una carneficina di cellule umane», l'ha definita Bruce Conklin, uno degli autori. MUSCOLI SOTTO ATTACCO.  È importante sottolineare che  lo studio è stato effettuato su campioni di cellule in vitro . I ricercatori hanno analizzat

Dengue, aumentano i casi in Italia: da dove arriva e perché sta crescendo il virus delle zanzare

Sono 500 i casi di Dengue confermati nel nostro Paese da gennaio 2024. Il maxi focolaio di Fano con oltre 100 contagi fa temere un'ulteriore diffusione.     Sangue in provetta L'aumento vertiginoso dei casi di  Dengue  – infezione trasmessa dalle zanzare del genere  Aedes , come la zanzara tigre – fa salire l'attenzione su una malattia che l'Oms aveva già inserito tra le  10 minacce per la salute globale  ancor prima dell'ondata epidemica attuale. I timori si alimentano anche in Italia, con il recente focolaio scoppiato a Fano, nelle Marche, che finora registras 102 casi accertati e altri dieci probabili.   Già il 2023 era stato un anno record, con oltre  6 milioni di contagi  e casi autoctoni registrati anche in zone, come l'Europa e l'Italia, in cui la malattia non è normalmente presente (ma è a volte diagnosticata nei viaggiatori provenienti da aree a rischio). Tuttavia, le cifre relative ai primi mesi del 2024 sono state capaci di sbriciolare quel record

Le idee di Darwin per rigenerare le foreste

  Più di un secolo fa, Darwin suggerì un metodo alternativo per ripiantare le foreste, e ora lo stiamo finalmente ascoltando.     La foresta di Białowieża, in Polonia.  L'origine delle specie  è uno dei libri più famosi, influenti e importanti dei nostri tempi – un'osservazione forse non particolarmente originale, ma indiscutibile. Il saggio di  Charles Darwin  pubblicato nel 1859 ha cambiato il nostro modo di vedere il mondo e soprattutto i viventi, e contiene una quantità infinita di idee e spunti che sono stati poi approfonditi nei successivi 150 anni, andando a costituire la base della teoria evoluzionistica (e non solo). RIFORESTAZIONE E GAS SERRA.  Si tratta di un libro talmente denso che ancora oggi, rileggendolo, scopriamo passaggi illuminanti: è quanto raccontano su  The Conversation  Rob MacKenzie e Christine Foyer dell'Università di Birmingham, che si occupano rispettivamente di atmosfera e di piante. I due docenti raccontano che  L'origine delle specie  cust