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Visualizzazione dei post da agosto, 2019

La rete Internet può collassare?

La risposta è sì. E accade anche abbastanza spesso: solo nel 2018 è successo ben 12600 volte. Ecco perché succede. Nel 2018 internet è andata in crash 12600 volte. Nel 2017 erano state 14000. Internet può andare in crash? Non solo la risposta è "sì", ma succede anche spesso. L’ultimo grande crash è avvenuto lo scorso 24 giugno, quando  DownDetector  ha raccolto migliaia di segnalazioni in tutto il mondo che siti come  Google  e  Amazon  - solo per citarne alcuni - erano improvvisamente inaccessibili. I problemi si sono risolti in poche ore:  Cloudflare , un’azienda statunitense che offre servizi per la sicurezza della rete, ha spiegato che erano stati causati da un "errore di traffico" di un piccolo provider Internet della Pennsylvania (Usa). INCIDENTI.  Ma basta davvero così poco per far crollare Internet? Pare di sì, se è vero (come è vero) che  solo nel 2018 di incidenti simili se ne sono registrati la bellezza di 1...

Obesità e cancro: se la verità offende, meglio cambiarla?

Pesanti accuse a una associazione per la lotta al cancro, in Inghilterra, che in una campagna pubblicitaria mette sullo stesso piano fumo e obesità. Una importante organizzazione non profit per la ricerca sul cancro,  Cancer Research UK , è stata sommersa da critiche sui social per una recente campagna pubblicitaria un po' controversa: una serie di cartelloni che mostrano pacchetti di sigarette con stampata la scritta "obesity is a cause of cancer too" (anche l'obesità è una causa del cancro) al posto delle tradizionali frasi antifumo. La questione di fondo è stata quel puntare il dito contro l'obesità, condizione peraltro sempre più diffusa, e non solamente nei paesi anglosassoni. | IBDO, OBESITY MONITOR 2019 POLITICALLY INCORRECT. L'organizzazione si difende dati alla mano: "in Gran Bretagna, gli obesi sono il doppio dei fumatori. La nostra campagna mette in relazione il fumo e l'obesità solamente per mostrare come un cambi...

Perché il gabinetto è anche detto cesso?

Il termine "cesso" - per indicare il gabinetto - è considerato sgradevole e volgare. In realtà ha un'origine neutra perché deriva dal latino "secessus", che significa "appartato". Non c'è dubbio: meglio evitare di usare la parola  cesso  per indicare il gabinetto. A giorni nostri, infatti, cesso è una parola considerata  sinonimo di un qualcosa di sgradevole e  volgare. WC per tutti i gusti LUOGHI APPARTATI.  Eppure, questa volgarizzazione del nome del  gabinetto  -   invenzione così importante che nel 2013 l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha stabilito che il 19 novembre sia  La giornata del Gabinetto  - , ha in verità un’origine neutra:  c esso  deriva infatti dal latino  secessus , traducibile come  appartato , e si deve al fatto che i gabinetti solitamente sorgevano in luoghi isolati e ritirati (da cui anche il termine  ritirata ). Al pari di  cesso , un altro appellat...

YouTube e cambiamenti climatici: la maggior parte dei video dà spazio a teorie complottistiche

Le video bufale di chi nega il global warming o vaneggia di esperimenti segreti di geoingegneria vanno per la maggiore su YouTube. Spesso si appropriano di termini scientifici per emergere tra i primi risultati di ricerca. YouTube non è la fonte migliore da cui attingere informazioni sul clima, ed è un peccato, data la sua potenza comunicativa:  digitando comuni parole chiave associate alla crisi climatica globale emergono  video che per la maggior parte veicolano teorie antiscientifiche e complottiste. Lo afferma una ricerca pubblicata su  Frontiers in Communication , che critica la rilevanza assegnata a contenuti disinformativi e invita scienziati e divulgatori a passare al contrattacco. CHE COSA CERCHIAMO.   Joachim Allgaier, sociologo della RWTH Aachen University (Germania) ha selezionato 10 parole chiave (in inglese) inerenti al clima: in italiano "sarebbero"  clima ,  cambiamenti climatici ,  ingegneria climatica ,  manip...

Facebook vuole leggerci nel pensiero?

In un futuro non troppo lontano potremmo essere in grado di scrivere un post su Facebook senza usare la tastiera né la voce, ma solo il pensiero. Ma che conseguenze avrebbe, un sistema del genere, sulla nostra privacy?   Sono passati più di due anni dalla conferenza F8, durante la quale Facebook aveva annunciato l’arrivo, in un futuro indefinito, di un misterioso dispositivo in grado di interpretare i segnali della nostra mente e permetterci di scrivere 100 parole al minuto senza toccare la tastiera. In un  articolo scientifico pubblicato su Nature , l’Università della California conferma che quell’apparecchio sta davvero prendendo forma, grazie alla ricerca finanziata dal celebre social network e portata avanti da diverse università statunitensi. ITALIA ALL’AVANGUARDIA.  Gli esperti statunitensi, attraverso l’utilizzo di elettrodi, hanno analizzato i tracciati elettrocorticografici (cioè le registrazioni dell’attività elettrica spontanea che avviene n...

Cambiamenti climatici: il global warming senza precedenti negli ultimi 2000 anni

L'attuale evento di riscaldamento globale è il primo a interessare il mondo intero: in passato, l'aumento o la diminuzione naturali delle temperature furono di portata regionale, e mai così violenti. Scenari post apocalittici: benvenuti nell'Antropocene. La rapidità e l'estensione del global warming che conosciamo - cioè quello causato dalle attività antropiche dall'indomani della Rivoluzione Industriale ad oggi - non hanno precedenti negli ultimi due millenni di storia della Terra. Lo affermano tre diversi studi pubblicati su  Nature  e  Nature Geoscience [ qui  e  qui ],  che si sono lanciati in un'impresa monumentale: confrontare le caratteristiche dei più importanti eventi di riscaldamento o raffreddamento che, nel corso dei secoli, hanno interessato il nostro pianeta. A differenza dell'attuale periodo di riscaldamento globale, che ha una portata mondiale, i passati episodi di prolungato aumento o calo delle temperature avvennero sol...

Fusione nucleare: progressi a piccoli passi di Lockheed Martin

L'avvio della costruzione di un nuovo prototipo di reattore a fusione nucleare dimostra che la ricerca di Lockheed Martin in questa direzione procede bene, seppure molto lentamente. Il cuore del piccolo reattore sperimentale di Lockheed Martin, il CFR T4. L’ambizioso progetto di  Lockheed Martin  di sviluppare un reattore a fusione nucleare compatto ( CFR, Compact Fusion Reactor ) per produrre energia pulita e virtualmente illimitata sta per arrivare a una seconda, decisiva fase: la costruzione, avviata dal  Skunk Works Team  a Palmdale (California), di un reattore di prova più potente dell'attuale prototipo. Lo ha dichiarato il direttore del team, Jeff Babione, che per l'avvio del nuovo progetto ha sottolineato che «la strada finora seguita è quella giusta». Il piccolo reattore fusione di Lockheed Martin, il CFR T4.  | LOCKHEED MARTIN A differenza di ciò che avviene nelle centrali nucleari in funzione nel mondo, che per produrre en...