Passa ai contenuti principali

L'atlante globale della malaria

Un progetto tira per la prima volta le somme di quanto fatto contro la malattia negli ultimi 20 anni: dove i parassiti sono stati decimati e dove, complici povertà e instabilità politica, sono tornati più forti di prima.

plasmodium-falciparum
Incidenza globale di Plasmodium falciparum, 2000-2017. Ai due estremi della scala cromatica, in giallo le aree più colpite; in blu-viola quelle in cui è presente, ma in misura minore.

Per debellare definitivamente i principali vettori della malaria occorre prima di tutto sapere dove sono distribuiti, e con quali risultati sono stati combattuti finora. Due studi appena pubblicati su Lancet (qui e qui) offrono il quadro più completo della diffusione del Plasmodium vivax e del Plasmodium falciparum, i parassiti maggiormente responsabili dell'infezione: le mappe interattive a cui sono abbinati, mostrano dove la  corsa dei plasmodi è stata arginata, e dove la lotta alla malaria è in fase di stallo.

PROGRESSIONE STORICA. I precedenti lavori in questo campo fotografavano i progressi anno per anno: il nuovo progetto finanziato dalla Bill and Melinda Gates Foundation e dal Wellcome Trust è il primo a valutare i risultati in un arco di tempo più lungo, dal 2000 al 2017. In questo modo è possibile collegare l'avanzata o il contenimento dei vari focolai di infezione alla situazione economica, politica e sociale dei Paesi più colpiti; dove le istituzioni latitano e regna il caos civile, mancano infatti le misure di contenimento, e i plasmodi trovano facile terreno di diffusione.

Il progetto è stato coordinato dalla collaborazione MAP (Malaria Atlas Project), che elabora le mappe di diffusione della malaria per il bollettino annuale sulla malaria dell'OMS, e dagli scienziati della scuola di medicina dell'Università di Washington: alle precedenti stime di diffusione della malaria sono stati aggiunti dati più precisi sulle singole località, nonché studi sui tentativi di eradicazione nel tempo.

Vari livelli di mappe interattive (per esempio sulla diffusione dei vettori, gli interventi per debellarli, l'endemicità dei parassiti, le condizioni di temperatura adatte al loro sviluppo) sono consultabili a questo link.
LE AREE PIÙ COLPITE. Il Plasmodium falciparum, la specie più virulenta di plasmodio della malaria, che causa la forma più grave dell'infezione ed è dominante nell'Africa sub-sahariana, continua a costituire una minaccia per la salute pubblica. Oltre il 90% della popolazione delle regioni a sud del Sahara vive in aree di diffusione del parassita: nel 2017, l'85% delle morti dovute a questo plasmodio si è verificato nell'Africa sub-sahariana; in un terzo dei casi, le vittime sono bambini di età inferiore ai 4 anni.

Il Plasmodium vivax, il secondo maggiore responsabile dei casi di malaria al mondo, è invece il più diffuso a livello geografico: meno mortale del falciparum, è però associato ai casi di malaria ricorrente. I dati indicano una riduzione del 42% nella diffusione di questo parassita tra il 2000 e il 2017, ma a fronte di un suo aumento in alcune aree del Medio Oriente e del Sud America dal 2013 in poi. In Afghanistan, Yemen e Somalia, il cammino verso l'eradicazione ha subito un'inversione di rotta. In Venezuela, la diffusione del parassita è cresciuta dal 2012 ad oggi: il Paese attraversato dalla crisi politica ed economica è oggi la regione del Sud America a più alto tasso di casi di malaria.

CAOS SANITARIO. Preoccupazioni sul Venezuela erano emerse anche in un rapporto pubblicato a febbraio sul Lancet Infectious Diseases. Il Paese un tempo all'avanguardia per la lotta alla malaria sta vivendo una nuova esplosione di casi a causa della fuga del personale medico e del collasso economico che ha determinato scarsità di farmaci antimalarici e mancanza di misure di prevenzione anti-zanzare.

La crescita delle attività estrattive illegali nella giungla al confine con il Brasile, dove erano ancora attive riserve del parassita e dove è facile trovare acqua stagnante, ha portato a un aumento dei casi nelle famiglie più povere, che non possono permettersi di vivere altrove. Ma gli episodi sono aumentati anche nelle città, dove sono state tagliate tutte le vie di comunicazione istituzionale con l'OMS. Nel Paese che aveva eradicato la malaria nel 1961 i casi di infezione sono saliti del 359% tra il 2010 e il 2015, e di un ulteriore 71% tra il 2016 e il 2017, quando il numero di contagi è arrivato a 411.586.

Commenti

Post popolari in questo blog

Dengue, aumentano i casi in Italia: da dove arriva e perché sta crescendo il virus delle zanzare

Sono 500 i casi di Dengue confermati nel nostro Paese da gennaio 2024. Il maxi focolaio di Fano con oltre 100 contagi fa temere un'ulteriore diffusione.     Sangue in provetta L'aumento vertiginoso dei casi di  Dengue  – infezione trasmessa dalle zanzare del genere  Aedes , come la zanzara tigre – fa salire l'attenzione su una malattia che l'Oms aveva già inserito tra le  10 minacce per la salute globale  ancor prima dell'ondata epidemica attuale. I timori si alimentano anche in Italia, con il recente focolaio scoppiato a Fano, nelle Marche, che finora registras 102 casi accertati e altri dieci probabili.   Già il 2023 era stato un anno record, con oltre  6 milioni di contagi  e casi autoctoni registrati anche in zone, come l'Europa e l'Italia, in cui la malattia non è normalmente presente (ma è a volte diagnosticata nei viaggiatori provenienti da aree a rischio). Tuttavia, le cifre relative ai primi mesi del 2024 sono state capaci di sb...

CoViD-19: un nuovo studio sui danni cardiaci

  Uno studio denuncia i danni provocati dal virus della covid su colture di cellule cardiache umane: un esperimento di laboratorio che deve però essere verificato. La CoViD-19, da tutti nota per essere una patologia polmonare, causerebbe anche danni al cuore: su questo aspetto della malattia, ancora poco noto e sul quale si sta  ancora studiando , indaga  uno studio preliminare , non ancora verificato in peer review, ma «dovevo pubblicare ciò che ho scoperto!», ha dichiarato Todd McDevitt, uno degli autori della ricerca. Gli esperimenti effettuati in vitro dai ricercatori restituiscono un quadro poco roseo: il SARS-CoV-2, il coronavirus che causa la covid, danneggerebbe le fibre muscolari che permettono al cuore di battere, fino a  ridurle in pezzettini . «Una carneficina di cellule umane», l'ha definita Bruce Conklin, uno degli autori. MUSCOLI SOTTO ATTACCO.  È importante sottolineare che  lo studio è stato effettuato su campioni di cellule in vitro . I ri...

Le idee di Darwin per rigenerare le foreste

  Più di un secolo fa, Darwin suggerì un metodo alternativo per ripiantare le foreste, e ora lo stiamo finalmente ascoltando.     La foresta di Białowieża, in Polonia.  L'origine delle specie  è uno dei libri più famosi, influenti e importanti dei nostri tempi – un'osservazione forse non particolarmente originale, ma indiscutibile. Il saggio di  Charles Darwin  pubblicato nel 1859 ha cambiato il nostro modo di vedere il mondo e soprattutto i viventi, e contiene una quantità infinita di idee e spunti che sono stati poi approfonditi nei successivi 150 anni, andando a costituire la base della teoria evoluzionistica (e non solo). RIFORESTAZIONE E GAS SERRA.  Si tratta di un libro talmente denso che ancora oggi, rileggendolo, scopriamo passaggi illuminanti: è quanto raccontano su  The Conversation  Rob MacKenzie e Christine Foyer dell'Università di Birmingham, che si occupano rispettivamente di atmosfera e di piante. I due docenti raccontano ...