Lo scorso 15 marzo i chirurghi del Boston Children's Hospital e del Brigham and Women's Hospital (USA) hanno eseguito per la prima volta al mondo un'operazione al cervello di un feto di 34 settimane, ancora nella pancia della mamma.
Quasi due mesi dopo i medici confermano che la bambina sta bene, e che la grave malattia da cui era affetta, che fa sì che il sangue scorra troppo velocemente in alcune regioni del cervello, è stata curata. I dettagli dell'operazione sono stati pubblicati su Stroke.
UNA MALATTIA RARA E SPESSO MORTALE. La malformazione aneurismatica della vena di Galeno è una patologia vascolare rara che colpisce circa un neonato su 60.000 e fa sì che le arterie si connettano direttamente con le vene invece che con i capillari, risultando in un flusso sanguigno troppo alto.
Le conseguenze sono diverse e gravi: dall'arresto cardiaco, all'ipertensione delle arterie di polmoni e cuore, a danni significativi a livello neurologico e cognitivo fino, in alcuni casi, alla morte.
PERICOLOSA ACCELLERATA. Normalmente si cura subito dopo la nascita del neonato con un intervento di embolizzazione, tramite il quale i chirurghi inseriscono dei materiali speciali nelle vene per "bloccarle" – generalmente degli agenti coagulanti che aiutano il sangue ad addensarsi. Tuttavia la malattia può peggiorare velocemente dopo il parto.
«Tra il 50 e il 60 per cento dei bambini colpiti da questa patologia si ammala gravemente subito dopo la nascita, e il 40% di questi muore», spiega il radiologo Darren Orbach alla Cnn, sottolineando che la metà che sopravvive si trova ad affrontare problemi cognitivi e neurologici gravi.
INTERVENTO ECCEZIONALE. Visto il complesso quadro medico della nascitura, i chirurghi hanno deciso di tentare un'operazione preparto: non è la prima volta che un feto ancora in utero viene operato, ma è la prima volta che accade per questa particolare patologia.
La piccola paziente, di 34 settimane e due giorni, ha ricevuto un'iniezione per evitare che si muovesse e una dose ridotta di antidolorifico: poi i dottori, guidati da un ecografo a ultrasuoni, hanno inserito per via addominale attraverso un catetere connesso a un ago delle minuscole spirali in metallo nelle vene, per ridurre il flusso e la pressione sanguigna.
La procedura ha causato la rottura delle membrane nell'utero e la necessità di indurre un parto prematuro due giorni dopo l'operazione: sei settimane dopo la bambina stava benissimo, non necessitava di cure o medicine e mangiava normalmente.
SOLO L'INIZIO. Il successo di un caso non basta a stabilire la validità e la sicurezza di una pratica, ma è sicuramente un ottimo punto di partenza: ora bisogna calcolare se i benefici superano i rischi della procedura, e condurre altre operazioni simili prima di confermare se i feti operati migliorano chiaramente dal punto di vista neurologico e cardiovascolare.
https://www.focus.it/scienza/scienze/operato-prima-volta-cervello-feto-34-settimane
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