Il crollo demografico, avvenuto 5.400 anni fa in Europa settentrionale, potrebbe essere stato causato da 3 epidemie di peste, che in 120 anni decimarono la popolazione.

Prima dei Sumeri e degli Egizi prosperava in Europa una civiltà che per prima al mondo realizzò costruzioni monumentali. Al suo culmine, andava dalla Penisola scandinava fino all'isola di Malta, comprendendo Belgio, Olanda, Germania, Gran Bretagna, Francia, Italia, Spagna e Portogallo. Questa sorta di Unione europea preistorica, capace di costruire capolavori di ingegneria preistorica come Stonehenge, subì però un forte declino circa 5.400 anni fa, specialmente nelle regioni settentrionali.
Per anni gli studiosi si sono interrogati sul motivo del crollo demografico, soprattutto in Scandinavia e nell'Europa nord-occidentale, che nel giro di pochi secoli portò al tramonto della cultura neolitica in Europa. La risposta, pubblicata su Nature, è che il declino di questa civiltà fu causato dalla peste.
LO STUDIO. Grazie al sequenziamento del DNA antico, prelevato da ossa e denti di 108 individui che vivevano nel nord Europa in quel periodo, effettuato dai ricercatori dell'Università di Göteborg e i ricercatori del Globe Institute di Copenhagen, è stato dimostrato che il batterio della peste Yersinia pestis era presente in 18 di loro.
«Le analisi mostrano che 18 di questi individui, il 17%, erano infetti al momento della morte. Inoltre, i risultati suggeriscono che il ceppo di peste più giovane che abbiamo identificato potrebbe aver avuto un potenziale epidemico», spiega Frederik Seersholm, che ha guidato l'analisi del DNA.

Male di famiglia. Le analisi sono state condotte utilizzando un metodo chiamato "deep shotgun sequencing", che consente ai ricercatori di estrarre informazioni molto dettagliate dai resti ritrovati durante gli scavi archeologici, anche se il DNA è danneggiato. I ricercatori hanno potuto esaminare il DNA di denti e ossa, studiando sia le relazioni familiari che le malattie degli individui.
«Siamo stati in grado di effettuare una mappatura completa della peste e di riconoscere altri microbi riscontrati tra i dati del DNA», afferma il professore associato Martin Sikora del Globe Institute. In una delle famiglie analizzate sono state osservate almeno tre epidemie di peste nel corso delle sei generazioni che i ricercatori sono riusciti a mappare.
Malattia comune. «La questione del declino della civiltà neolitica è stata discussa per almeno 200 anni, ma ora, grazie a quest'analisi del DNA effettuata sui resti rinvenuti in tombe megalitiche in Svezia e in Danimarca, abbiamo una prova schiacciante che potrebbe escludere le teorie precedenti: la scoperta che il 17% degli individui il cui DNA è stato analizzato era affetto da peste, indica che era una malattia comune in Scandinavia durante la tarda età della pietra», afferma Karl-Göran Sjögren, professore associato di archeologia all'Università di Göteborg.
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