Passa ai contenuti principali

Chi era “Che” Guevara?

Mini storia di Ernesto Guevara (1928-1967), il  medico di origine argentina che, divenuto amico di Fidel Castro, partecipò alla rivoluzione cubana contro il dittatore Batista e che morì esattamente 50 anni fa.
che-guevara-5_preview
Ernesto Guevara, detto “il Che”, nacque in Argentina nel 1928 e morì in Bolivia il 9 ottobre del 1967. Le sue spoglie furono traslate a Cuba nel 1997.
«Tutti noi che conosciamo il Che sappiamo che non c’è modo di catturarlo vivo, a meno che non sia incosciente, a meno che non sia messo completamente fuori combattimento da qualche ferita, a meno che non gli si rompa l’arma, infine a meno che non abbia nessuna possibilità di evitare di finire prigioniero togliendosi la vita [...]. Arrivati a questo punto la discussione o i dubbi che possono sussistere non si riferiscono più al fatto della morte in sé [...] quanto al modo in cui la morte è avvenuta».

Così l’allora primo ministro cubano Fidel Castro dava, il 15 ottobre 1967, la conferma della morte del rivoluzionario (e compagno di lotta) Ernesto “Che” Guevara. Fu con queste parole che il líder máximo raccontò la fine dell’eroe della rivoluzione cubana. Le stesse che, insieme a numerosi altri documenti, sono riportate nel libro firmato dallo stesso Castro, Io e il Che (Mondadori).

Il discorso che pronunciò alla televisione di Stato poneva fine al rincorrersi di voci. Da poco meno di una settimana, infatti, dalla Bolivia, il Paese dove il Che si trovava da circa un anno per addestrare i guerriglieri locali, giungevano notizie preoccupanti sulla sua cattura e ferimento in un’imboscata delle truppe governative. Col passare dei giorni, nuove informazioni e alcune foto giunte a Cuba non lasciarono dubbi: il Che era morto, Castro ne diede notizia al Paese e proclamò tre giorni di lutto.

IL PRIMO INCONTRO. Ma chi era Guevara Guevara detto "il Che"? Lo spiega Fidel nel suo libro, il racconto di «un’amicizia che ha cambiato il mondo». Dopo la laurea in medicina, nel 1953 l’argentino Ernesto Guevara aveva intrapreso un viaggio attraverso diversi Paesi dell’America Latina. «Anche se non militava in alcun partito, in quell’epoca aveva già idee marxiste» scrive Castro. Mentre si trovava in Guatemala ci fu «l’invasione di quel Paese diretta dalla Cia [...]. I cubani, insieme ad altri latinoamericani che si trovavano lì, furono costretti a lasciare il Paese e si trasferirono in Messico. Alcune settimane dopo arrivammo noi [...] e in calle Emparán (a Città del Messico, ndr) incontrammo il Che. Ci conoscemmo lì».

Guevara aderì al movimento rivoluzionario per abbattere il dittatore cubano Fulgencio Batista. Dopo la fuga del despota, all’inizio del 1959, Castro prese il potere a Cuba. E il Che? «Negli anni in cui servì la patria non conobbe un giorno di riposo. Furono molte le responsabilità che gli vennero affidate: presidente della Banca nazionale, direttore della Giunta di pianificazione, ministro dell’Industria, comandante di distretti militari ».

Del governo di Fidel Castro, Guevara divenne ministro dell’economia nel 1961. Ma al Che premeva soprattutto diffondere negli altri Paesi gli ideali della rivoluzione, tra i quali la riforma agraria, con la quale distribuire la terra a tutta la popolazione togliendola dalle mani di pochi latifondisti, e la nazionalizzazione di tutte le industrie.

Guevara lasciò quindi Cuba e partecipò alle rivolte del Congo e della Bolivia. Qui venne catturato dalle forze governative e ucciso. Soltanto dopo molti anni il governo boliviano ha indicato il luogo nel quale il corpo del Che fu sepolto.

IL NOME: UN SIMBOLO. Sull’origine di quel soprannome Fidel scrive: «All’inizio era Ernesto. Da argentino aveva l’abitudine di rivolgersi agli altri con la locuzione che, e così iniziammo a chiamarlo noi cubani

Commenti

Post popolari in questo blog

CoViD-19: un nuovo studio sui danni cardiaci

  Uno studio denuncia i danni provocati dal virus della covid su colture di cellule cardiache umane: un esperimento di laboratorio che deve però essere verificato. La CoViD-19, da tutti nota per essere una patologia polmonare, causerebbe anche danni al cuore: su questo aspetto della malattia, ancora poco noto e sul quale si sta  ancora studiando , indaga  uno studio preliminare , non ancora verificato in peer review, ma «dovevo pubblicare ciò che ho scoperto!», ha dichiarato Todd McDevitt, uno degli autori della ricerca. Gli esperimenti effettuati in vitro dai ricercatori restituiscono un quadro poco roseo: il SARS-CoV-2, il coronavirus che causa la covid, danneggerebbe le fibre muscolari che permettono al cuore di battere, fino a  ridurle in pezzettini . «Una carneficina di cellule umane», l'ha definita Bruce Conklin, uno degli autori. MUSCOLI SOTTO ATTACCO.  È importante sottolineare che  lo studio è stato effettuato su campioni di cellule in vitro . I ricercatori hanno analizzat

Le idee di Darwin per rigenerare le foreste

  Più di un secolo fa, Darwin suggerì un metodo alternativo per ripiantare le foreste, e ora lo stiamo finalmente ascoltando.     La foresta di Białowieża, in Polonia.  L'origine delle specie  è uno dei libri più famosi, influenti e importanti dei nostri tempi – un'osservazione forse non particolarmente originale, ma indiscutibile. Il saggio di  Charles Darwin  pubblicato nel 1859 ha cambiato il nostro modo di vedere il mondo e soprattutto i viventi, e contiene una quantità infinita di idee e spunti che sono stati poi approfonditi nei successivi 150 anni, andando a costituire la base della teoria evoluzionistica (e non solo). RIFORESTAZIONE E GAS SERRA.  Si tratta di un libro talmente denso che ancora oggi, rileggendolo, scopriamo passaggi illuminanti: è quanto raccontano su  The Conversation  Rob MacKenzie e Christine Foyer dell'Università di Birmingham, che si occupano rispettivamente di atmosfera e di piante. I due docenti raccontano che  L'origine delle specie  cust

Dengue, aumentano i casi in Italia: da dove arriva e perché sta crescendo il virus delle zanzare

Sono 500 i casi di Dengue confermati nel nostro Paese da gennaio 2024. Il maxi focolaio di Fano con oltre 100 contagi fa temere un'ulteriore diffusione.     Sangue in provetta L'aumento vertiginoso dei casi di  Dengue  – infezione trasmessa dalle zanzare del genere  Aedes , come la zanzara tigre – fa salire l'attenzione su una malattia che l'Oms aveva già inserito tra le  10 minacce per la salute globale  ancor prima dell'ondata epidemica attuale. I timori si alimentano anche in Italia, con il recente focolaio scoppiato a Fano, nelle Marche, che finora registras 102 casi accertati e altri dieci probabili.   Già il 2023 era stato un anno record, con oltre  6 milioni di contagi  e casi autoctoni registrati anche in zone, come l'Europa e l'Italia, in cui la malattia non è normalmente presente (ma è a volte diagnosticata nei viaggiatori provenienti da aree a rischio). Tuttavia, le cifre relative ai primi mesi del 2024 sono state capaci di sbriciolare quel record